Voto «in buona fede», ora serve «una riflessione sul ruolo di consigliere»
L'Union Valdôtaine esprime «solidarietà» ai consiglieri condannati in appello dalla Corte dei Conti per l'aumento di capitale a beneficio della Casinò Spa approvato a maggioranza nel 2014 dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta malgrado la difficile situazione economica della società di Saint-Vincent.
In una nota il movimento politico evidenzia come l'aumento di capitale servisse a «evitare la chiusura della casa da gioco con perdite economiche, dirette e indirette». Una scelta fatta in «buona fede» per «salvare posti di lavoro e tutte le attività economiche collegate del territorio regionale» perché senza quell'iniezione di liquidità la casa da gioco valdostana avrebbe «fatto la stessa fine del Casinò di Campione d'Italia, le cui sale sono chiuse da luglio 2018».
L'UV commenta la sentenza di condanna a ripagare 16 milioni di euro alla Regione aggiungendo che «il voto dei 18 consiglieri regionali» favorevoli all'aumento di capitale «è stato effettuato come sempre sulla base di pareri tecnici e contabili».
Il Mouvement indica la necessità di «una riflessione sul ruolo di consigliere o di assessore». Commentando sempre la sentenza di secondo grado della Corte dei Conti, l'UV parla di «sentimento di inquietudine pesante come una pietra piazzata sulle spalle di ogni amministratore pubblico. La condotta dei consiglieri regionali non era in malafede. Questo deve essere chiaro: niente è stato nascosto, niente è stato rubato, nessuno ha corrotto o estorto».
M.C.