Il Consiglio Valle respinge la proposta leghista che prevedeva contributi con l'obbligo di frequentare corsi di patois ed esenzioni Irpef
Con 26 voti di astensione (maggioranza insieme a Rassemblement Valdôtain e Progetto Civico Progressista) e 9 voti a favore da Lega VdA e Forza Italia, il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha bocciato una proposta di legge a firma leghista su "misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni di montagna".
Nell'idea dei proponenti il testo intendeva «affrontare uno degli aspetti che potrebbe invertire il fenomeno dello spopolamento attraverso contributi e defiscalizzazione». Il provvedimento istituiva un "chèque valdôtain" cioè un assegno di natalità, un "chèque montagnard" per i nuovi residenti se frequentano un corso di francoprovenzale o titsch e töitschu nei comuni walser e l'esenzione Irpef per redditi fino a 50mila euro.
Come spiegato dal relatore Erik Lavy, «la proposta non ha mai preteso di essere risolutiva del problema, ma poteva rappresentare, insieme ad altre, uno dei pezzi del puzzle per permettere a chi vive in montagna di restarci e a chi vuole di ritornarci».
La proposta di legge ha avuto un generale apprezzamento «per lo sforzo» da parte di buona parte dell'aula che l'ha poi respinto. Claudio Restano (RV) ha dato voce a «dubbi sull'applicabilità della norma» e sui criteri per individuare i "piccoli comuni di montagna"; Corrado Jordan (UV) ha parlato della necessità di un «approccio complessivo» a tema senza «interventi spot o limitati».
«Pur considerandola interessante, questa proposta ha delle fragilità», ha commentato l'assessore competente per le politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri.
Dal gruppo Federalisti Progressisti - Partito Democratico sono stati espressi dubbi anche sull'obbligo di frequentare il corso di lingua locale: «una forzatura irricevibile» secondo Paolo Crétier.
E.G.