Il testo giudicato «insufficiente» per quel che riguarda le sfide che vivono i territori montani
Il ddl Montagna approvato alla Camera è una «legge monca» in quanto il testo, se da una parte «riconosce l'importanza delle aree montane», dall'altra «resta insufficiente e privo degli elementi essenziali per affrontare le sfide ambientali e sociali che la montagna sta vivendo, soprattutto nelle regioni alpine come la Valle d’Aosta». Lo scrive in una nota l'Alleanza Verdi-Sinistra Valle d’Aosta commentando il voto favorevole di Montecitorio (153 "sì", compreso quello del deputato valdostano Franco Manes, e 110 voti "no").
AVS elenca in particolare «tre gravi carenze del provvedimento» evidenziate anche da Cipra Italia, a partire dall'assenza di piani di adattamento climatico: «continuare a legiferare ignorando la crisi climatica significa condannare i territori montani all’isolamento e all’abbandono», afferma l'Alleanza. Le altre mancanze del ddl Montagna, che ora tornerà all'esame del Senato per la definitiva approvazione, riguardano il mancato riferimento alla manutenzione del territorio considerato «un pilastro imprescindibile per prevenire frane, alluvioni e degrado ambientale» e il mancato coinvolgimento delle comunità locali «che sono le prime a conoscere i bisogni dei propri territori».
Secondo Alleanza Verdi-Sinistra Valle d'Aosta «ancora più grave è l’emendamento dell’ultima ora che consente la caccia sui valichi montani: una forzatura normativa che danneggia gli equilibri ecologici e che rappresenta una concessione alle lobby venatorie, del tutto incoerente con gli obiettivi della legge»
«La montagna - conclude la nota - non è un luogo marginale, ma un laboratorio per un nuovo modello di sviluppo: più giusto, più verde, più cooperativo».
C.R.