Quasi 10mila accessi in due mesi al pronto soccorso di Aosta

La struttura supera lo "stress test" estivo adottando il modello di "ospedale adattabile"

Pronto soccorso«Tutte le figure professionali coinvolte hanno dato un contributo determinante per garantire risposte efficaci anche a fronte di numeri di accessi molto elevati». Il direttore generale dell'Usl Massimo Uberti elogia il personale del pronto soccorso di Aosta al termine del picco della stagione turistica.

Tra luglio e agosto la struttura di emergenza ha gestito 9.789 accessi (179 in più rispetto allo scorso anno) e 1.155 ricoveri (40 in più), con picchi di 232 accessi nella sola giornata del 16 agosto e di 59 pazienti presenti contemporaneamente l'11 agosto. Nonostante ciò, spiega l'Usl, il numero di pazienti giornalieri in boarding (ovvero in attesa del ricovero dopo il termine della visita) è diminuito.

Secondo l'azienda sanitaria il risultato è stato possibile seguendo il modello di "ospedale adattabile": attivando una sala operatoria per le emergenze aggiuntiva al giorno, incrementando gli infermieri in servizio e aggiungendo un turno notturno supplementare. Altri fattori sono stati la gestione dei posti letto collocata direttamente all’interno del pronto soccorso, gli ambulatori per turisti nelle principali località turistiche e il "filtro" garantito dagli ambulatori ad accesso diretto.

Per garantire la piena operatività delle strutture durante l’estate, segnata dall’elevata pressione turistica, l'Usl inoltre si è avvalsa di contratti libero-professionali e dell’arruolamento di personale somministrato, in attesa dei concorsi.

Stefano Podio, direttore della Struttura che gestisce il pronto soccorso, aggiunge: «La scelta di portare la gestione dei posti letto direttamente all’interno del Pronto Soccorso si è rivelata determinante. Questo ci ha consentito non solo di ridurre i tempi di attesa per i pazienti in boarding, ma anche di garantire una migliore fluidità nei trasferimenti interni e una maggiore appropriatezza nelle dimissioni sia verso il domicilio sia verso le residenze sanitarie e le microcomunità. Si tratta di un passo avanti concreto verso un modello organizzativo capace di adattarsi alle esigenze in tempo reale, soprattutto in periodi critici come l'estate».

 


Clara Rossi

 

 

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