«L'opera risulta irrealizzabile, potrebbe configurarsi un danno erariale»
«A fine legislatura, il governo regionale, le società Monterosa e Cervino, con l’asservimento dei comuni di Ayas e Valtournenche, hanno deciso – senza alcun confronto in Consiglio regionale – di avviare l’iter per un accordo di programma finalizzato alla realizzazione di una linea funiviaria nel Vallone delle Cime Bianche. Una decisione basata sul nulla». Lo scrive in una nota l'associazione Ripartire dalle Cime Bianche, contraria al progetto del collegamento intervallivo.
Questa scelta, spiega l'associazione, «deriverebbe dal "lavoro" delle società funiviarie per individuare la "migliore" tra le cinque soluzioni esaminate nel ponderoso studio di fattibilità presentato nel marzo 2023 e per due anni dimenticato in un cassetto. In realtà, lo studio – pur evitando il nodo centrale del divieto di realizzare nuovi impianti di risalita nel Vallone – metteva in luce l’insensatezza e l'insostenibilità complessiva del collegamento. La Valutazione di incidenza esprimeva un giudizio negativo su tutte e cinque le ipotesi, individuando la soluzione 5) come "obbligata" perché di minore impatto».
Ripartire dalle Cime Bianche evidenzia che «nel frattempo, nulla è cambiato: non esiste ancora alcun Docfap (Documento di fattibilità delle alternative progettuali) da sottoporre a VAS (Valutazione ambientale strategica), passaggio indispensabile prima di qualunque altra decisione. Decisioni che, qualora venissero assunte, potrebbero configurare un danno erariale a carico dei soggetti interessati, dal momento che l’opera risulta irrealizzabile».
«È triste constatare come, alla vigilia delle elezioni regionali - si legge ancora nella nota -, alcune forze politiche tornino ad agitare lo spettro di una linea funiviaria: inutile, devastante per la testata della Val d’Ayas, divoratrice di fondi pubblici, utile soltanto ad alimentare le attese di una speculazione immobiliare sempre più in mano a soggetti esterni. Il tutto invece di costruire una strategia capace di valorizzare le peculiarità del territorio e affrontare le vere emergenze: carenza di trasporto pubblico verso il capoluogo, Torino e Milano (e i rispettivi aeroporti), e impossibilità di accesso alla casa per nuovi residenti e lavoratori, stabili o stagionali».
L’associazione Ripartire dalle Cime Bianche «continuerà da un lato, a monitorare ogni atto amministrativo passibile di azione legale; dall’altro, a far crescere dal basso una visione alternativa».
Tra le iniziative programmate, il 29 luglio nell’ambito del progetto HPMR – Hope Park Monte Rosa, finanziato dalla ditta Patagonia, partirà un primo censimento con catalogazione dei manufatti in pietra ollare nel comune di Ayas e il 5 agosto partirà la campagna di sostegno all’Auspicio per il Parco naturale del Monte Rosa.
E.G.