La norma dovrà aiutare la Valle d'Aosta a raggiungere gli obiettivi al 2030 sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato la legge che regolamenta l'installazione degli impianti che producono energia da fonti rinnovabili definendo le aree idonee per impianti eolici e fotovoltaici e gli iter per le autorizzazioni.
Il provvedimento «interviene su tre direttrici operative», ha riassunto il relatore Roberto Rosaire (UV) nel presentare il ddl in aula. La prima di queste è «la definizione delle superfici e aree idonee, non idonee, ordinarie e vietate per l'installazione degli impianti, privilegiando le superfici antropizzate e a basso impatto». Il testo «disciplina dei regimi amministrativi per la realizzazione, modifica e gestione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e il sistema di monitoraggio e promozione del territorio attraverso contributi mirati e strumenti di governance partecipata con l'istituzione del Tavolo tecnico in tema di aree idonee per garantire trasparenza ed efficacia nell'attuazione degli obiettivi».
La legge, ha aggiunto Rosaire, «si configura come un elemento strategico della pianificazione regionale e uno strumento operativo essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di nuova potenza installata da fonti rinnovabili entro il 2030».
Il testo è passato con 24 sì e 10 astensioni. Rassemblement Valdôtain ha votato a favore, tuttavia il capogruppo Stefano Aggravi ha segnalato che il provvedimento «nasce da un’impostazione centralistica e fortemente programmatoria, che definisce obiettivi di potenza spesso scollegati dalle reali condizioni territoriali. Pur riconoscendo la qualità tecnica del lavoro svolto, e per questo voteremo a favore in uno spirito costruttivo, riteniamo doveroso ribadire un punto politico: non possiamo essere semplici esecutori di decisioni prese altrove».
Il gruppo Lega VdA si è astenuto. Secondo Luca Distort il fotovoltaico «risponde alla logica green, ma rischia di compromettere l'aspetto paesaggistico di tanti territori e di sottrarre superficie all'agricoltura». Inoltre «in una regione a vocazione turistica come la nostra, questa non è la risposta corretta all'esigenza di valorizzazione del territorio. Quanto all'agrivoltaico, è un bluff: alzando i pannelli per integrare l'agricoltura si aumenta solo l'impatto visivo e il consumo di suolo».
Anche il consigliere del gruppo misto si è astenuto. «in questa norma di legge lo spirito autonomista è totalmente disatteso - ha affermato il Diego Lucianaz -. Anche qui è l'Ue a dirci cosa dobbiamo installare a casa nostra! E la Valle d'Aosta si adegua».
Ha parlato di obiettivo «ambizioso, ma sostenibile» il capogruppo di FP-PD Paolo Cretier. «Questo testo ci consente di intervenire su aree idonee senza incidere sul consumo di suolo, utilizzando infrastrutture già esistenti come cantieri di vario tipo, cave discariche anche in disuso o abbandonate. Anche l'iter è semplificato: è previsto il rilascio di un'autorizzazione unica, in capo alla Regione che permette un importante snellimento burocratico e una velocizzazione dei tempi di realizzazione. Nell'insieme si tratta di un disegno di legge opportuno per definire le zone idonee e l'aumento della produzione da fonti rinnovabili. Una norma che produrrà una serie di provvidenze a cui potranno attingere e beneficiare sia i cittadini che eventualmente gli enti locali».
L'assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy è intervenuto per alcune repliche. «Non ci siamo limitati a recepire norme calate dall’alto, ma con questa legge definiamo una visione autonoma, frutto di un confronto serrato con enti locali, tecnici e stakeholder che ha coinvolto in maniera trasversale vari assessorati. Abbiamo scelto di non sprecare suolo, privilegiando aree già urbanizzate e valorizzando l’idroelettrico. Certo, i 328 Mw da raggiungere entro il 2030 ci impongono scelte sfidanti».
M.C.