AOSTA. Il pool di avvocati che rappresenta il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara presenterà appello contro il diniego alla scarcerazione del loro assistito da parte del gip di Torino, nonostante il parere favorevole del pm.
La decisione del giudice per le indagini preliminari «verrà appellata in questi giorni al tribunale di Torino», annuncia l'avvocato Sandro Sorbara, fratello dell'indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, sostenendo che le motivazioni del gip sono «contro legge».
«Ci troviamo dinnanzi - dice l'avvocato Sorbara - ad uno scontro di decisioni giuridicamente e umanamente non comprensibili né tanto meno tollerabili che meriterebbero di essere attentamente valutate dal potere giudiziario che, colpito dalle varie inchieste, proclama oggi più che mai di combattere i noti scandali che coinvolgono la magistratura».
La decisione del gip, aggiunge il legale, è stata presa nonostante il parere favorevole del pm a misure alternative al carcere e malgrado «l'incensuratezza del Sorbara, il decorso di sei mesi di carcerazione, il dimagrimento di 10 chili, lo sconvolgimento psicologico dell'individuo e dell'ambito familiare (la madre ha 78 anni), i fatti risalenti al 2015, la ribadita assoluta innocenza. Il consigliere regionale sospeso, «non è imputato di 'ndrangheta' e si trova in situazione di difficoltà personale», precisa infine il fratello avvocato.
Marco Camilli