AOSTA. In principio gestivano rari e folkloristici ristoranti. Ora li troviamo proprietari di numerose attività commerciali, dai ristoranti ai bar, dai negozi di varia utilità ai parrucchieri. Una "invasione" silenziosa che ha visto per ultimo nel tempo cadere nel loro portafoglio di acquisizioni il bar alimentari di Giorgi vicino a Palazzo regionale, ad Aosta. Mi sono accorto del cambiamento quando, sabato scorso, sono entrato nel locale: nuovo personale ed una signora cinese a gestire la cassa. Dallo scontrino ho avuto la certezza del cambio di proprietà.
I nostri governanti in questi anni si sono dati molto da fare per limitare l'immigrazione dall'Africa, ma dell'immigrazione dalla Cina (che è la terza nazione più rappresentata tra gli immigrati non comunitari regolarmente in Italia) si parla pochissimo. Che differenza c'è tra un immigrato dal Marocco e uno dalla Cina? Una delle risposte è che la Repubblica Popolare Cinese è molto ricca e sta comprando il debito di tanti Paesi, anche della nostra Italia. I nostri governi si comportano con la Cina come si comporterebbe una qualunque persona di fronte a colui che ha acquisito tutti i suoi debiti e arriva a bussare alla porta.
Quella dalla Cina è una immigrazione organizzata. I suoi cittadini arrivano in Italia senza farsi notare e con enormi disponibilità di denaro, sembrano avere percorsi preferenziali per i permessi di soggiorno e acquistano velocemente ciò che interessa loro. Sono altamente competitivi in quanto la manodopera delle loro attività costa molto poco e possono rifornirsi di merce ad altrettanto basso costo dalla Cina utilizzando canali prestabiliti. Ottengono anche relativamente facilmente la cittadinanza italiana. Ci ritroviamo in questo modo tanti esempi in Italia di Chinatown che si allargano velocemente. L'esempio più famoso è probabilmente Prato che oggi può considerarsi quasi una provincia di Pechino.
Ricordo una affermazione dell'ex comandante della compagnia dei carabinieri di Aosta Guido De Vita che anni fa durante una conferenza stampa chiese: «Ma voi avete mai assistito a un funerale di un Cinese? Le famiglie acquistano dalle loro organizzazioni anche la spedizione del defunto nella terra di origine». Si parla quindi di «organizzazioni», per ora non meglio specificate, ma che non sono certo a carattere benefico. Non dimentichiamo che la Cina ha partorito mostri tipo Piazza Tienanmen e sta per sfoderare la soluzione finale di "Hong Kong".
Non è facile mettere ordine in questa selvaggia operazione di "conquista" del nostro territorio, della nostra cultura, del nostro commercio. C'è solo da sperare in una equa attenzione da parte delle strutture dello Stato nei confronti di aziende gestite da Italiani, Cinesi e da cittadini di qualsiasi altro Paese.
Marco Camilli