Le fantastiche intuizioni dei servizi socio-psicologici

Riceviamo e pubblichiamo

letteraIl modo di operare dei Servizi sociali valdostani è un modello da esportare nel terzo mondo e la fantasia degli operatori – i migliori d’Italia secondo l’illuminato assessore di competenza – non conosce limiti e nemmeno ritegno! Il delirio di onnipotenza di detti operatori li porta a proporre iniziative in certi casi inutili però finalizzate a far cassa e clientele che nelle elezioni sono molto utili.

A tutti è noto il totale fallimento della mediazione familiare, come denunciato inutilmente dai separati, che, invece di essere un supporto per far dialogare i genitori sulla gestione dei figli e sulla loro post-convivenza, è quasi sempre fonte di conflittualità certa perché si penalizza il genitore non collocatario (statisticamente quasi sempre il padre) per favorire l’altro (la madre), il quale resta sempre più estromesso dai propri figli, ignorando il diritto minorile e i più elementari principi di psicologia dell’età evolutiva e delle relazioni. Alla maggior parte dei padri viene negato il diritto alla co-genitorialità e ai figli viene negata la vera bigenitorialità. Il padre, ridotto economicamente sul lastrico e privato dei figli, impotente dinnanzi allo strapotere della madre, supportata dal servizio socio-psicologico e da iniqui provvedimenti del tribunale, si abbandona alla rassegnazione, che, troppo spesso, è l’anticamera del suicidio: triste e vergognoso primato della Valle d’Aosta di cui alcuni politici si vergognano di prenderne atto con il riconoscimento delle loro responsabilità.

Dinnanzi alla superficialità e faziosità dei servizi sociali - bravi nel togliere i figli alle famiglie e al padre - e alla distratta applicazione del diritto, ora, solerti psicologi e assistenti sociali ed educatori (?) propongono con insistenza, sia a chi vive da decenni in Vda e sia a chi proviene da particolari regioni italiane, la mediazione interculturale per risolvere la conflittualità genitoriale e la gestione dei figli, facendo intravedere che il rifiuto avrà un peso nei provvedimenti del tribunale!

Zelanti e corporativi operatori del servizio sociale e psicologico pubblico, per meglio imporre i loro diktat, si permettono anche di rivolgere continui attacchi alla nostra associazione, come da registrazioni in nostro possesso, per loro dire pericolosa perché non tutela i separati e tanto meno i loro figli, mettendo in discussione pubblicamente la loro attività dei servizi socio-psicologici.

La mediazione interculturale, secondo i principi sanciti dalla Costituzione, dal diritto minorile e di famiglia e dalle Convenzioni internazionali sui minori, non ha nulla a che vedere con la gestione dei figli. Il suo utilizzo per fini non istituzionali comporta uno sperpero di danaro pubblico che la Corte dei Conti della Valle d’Aosta non può continuare ad ignorare. La Regione ha l’obbligo-dovere del controllo della professionalità e dell’operato dei servizi sociali.

 


Ubaldo Valentini
presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

 

 

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