Processo Geenna: l'incomprensione della Legge

'Non ero consapevole; non avete capito niente; non so cosa sia la ‘ndrangheta'

 

LeggeAOSTA. Purtroppo non ho la possibilità di seguire il processo e quindi sentire gli esami e i contro esami degli imputati; mi baso su quanto leggo sui mass media.

I processi non si fanno sulle pagine dei giornali bensì nelle aule giudiziarie, ma è naturale farsi una idea di quello che sta accadendo, anche se monca perché veicolata da altre sensibilità.

Comunque, il copione difensivo continua sul suo binario, ovvero "non ero consapevole; non avete capito niente; non so cosa sia la ‘ndrangheta". Anche Bruno Iaria, condannato a 13 anni nel processo Minotauro, dichiarò di non sapere cosa fosse la ‘ndrangheta.

Sarà un giudice a valutare gli elementi e pronunciare un “giudizio” che nascerà dal suo intimo convincimento e sarà comunque molto interessante leggere le motivazioni.

La domanda sorge spontanea. Perché i politici andavano da Antonio Raso (come dice lui: "tutti, venivano da me") a chiedere un appoggio elettorale per se o per compagni di partito? Come faceva un ristoratore a gestire un “pacchetto di voti”, e non qualche decina ma parecchie centinaia? Se è vero che lui non faceva il giro porta a porta, come partiva l'ordine di scuderia? "Compari, votate tizio, caio e sempronio”? Quale autorità gli permetteva di farlo? Viene spontaneo pensare che ci fosse un'organizzazione ben oliata, criminale o meno.

Il voto non dovrebbe essere una libera espressione democratica del cittadino? Una fiducia verso una persona che sarà chiamata ad amministrare la “cosa pubblica”?

L'ex assessore di Saint-Pierre Monica Carcea si autoaccusa "di ingenuità" di "scarsa esperienza", ma non mi sembra che il suo assessorato fosse un qualcosa da poco. Possibile che, essendo la sua prima esperienza da politica e assessore, nessuno si sia chiesto se avesse l'esperienza per ricoprire l'incarico piuttosto delicato?

Carcea era ingenua, Sorbara era esuberante e anche lui con scarsa esperienza amministrativa, insomma parliamo di due laureati che hanno fatto una velocissima carriera politica, ma nei vari movimenti non c'è un serio e onesto discernimento che superi la percentuale di voti?

Raso dice che "la Legge" non ha capito niente, lui era un massone, forse pentito, non un ‘ndranghestista. Possibile che Carabinieri, D.D.A., Tribunale del Riesame hanno confuso tutto, hanno letto male gli eventi?

La parola ai giudici che hanno un compito non facile e a cui auguro tutta la serenità e l'intelligenza per giudicare i fatti.

A me rimane la domanda: “esiste un politico che non sia un apprendista stregone capace non di mantenere le promesse, ma di amministrare?”

 

Paolo Alessandro Garberoglio

 

 

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