Bambina di 2 anni costretta al Beauregard: interviene l'ass. Genitori Separati

L'associazione: 'togliere i figli ai genitori deve essere un atto da rifiutare per principio, come ricordato dalla Camera durante l'approvazione della Legge sulla Commissione d'Inchiesta sugli affidi'

 

video intervistaAOSTA. L'associazione Genitori Separati per la tutela dei minori interviene sul caso della madre che ai microfoni di Aostaoggi.it ha parlato della situazione vissuta da circa due settimane con la figlia di 2 anni obbligata a rimanere all'ospedale Beauregard di Aosta.

"In una intervista pubblicata da Aostaoggi.it il 21 c.m. - si legge nella nota - una ragazza madre residente in Aosta racconta che, all'atto di dimissione della figlia di due anni dall'ospedale Beauregard, dove era stata ricoverata alcuni giorni prima per difficoltà respiratorie, ora guarita, si è vista, senza alcuna spiegazione, impedita a riportarla a casa e, da oltre due settimane, è "trattenuta" nella struttura ospedaliera per disposizione della dirigente della Struttura Servizi alla Persona e alla Famiglia dell'Assessorato Sanità, Salute e Servizi Sociali, dott.ssa Nadia Chenal in base all'art. 403 c.c.. La madre, assieme al padre naturale, presidia giorno e notte l'ospedale nel fondato timore che la bambina, attualmente “sequestrata”, le venga portata via dai servizi sociali, per poi collocarla in una comunità e, molto probabilmente, aprire la procedura di adozione. La signora, che vive da molti anni in Italia e che non ha problemi economici, è anche madre di un bambino di dieci anni, regolarmente mantenuto dal padre, che vive con lei".

"Il ricovero notturno urgente in ospedale della piccolina - prosegue l'associazione - ha messo in difficoltà la madre, poiché non sapeva come provvedere all'altro figlio, restato da solo in casa, alla psicologa, che è tenuta al segreto professionale, in modo confidenziale ha esternato le sue preoccupazioni per tutto ciò e le sue angosce. Nel colloquio con la psicologa effettuato nella certezza della riservatezza non è emerso nessun segnale di pericolo psicofisico né nei confronti della figlia e né verso lei stessa. Ma nonostante ciò la psicologa ha avvertito i servizi sociali. La signora è particolarmente affezionata alla figlia, curata e tenuta bene, e preoccupata per il suo benessere, come dimostra la sua continua presenza in ospedale assieme al padre che, fra l'altro, si è dichiarato disponibile a prendere in affido la bambina, consenziente la sua famiglia e i nonni della piccolina, con il pieno assenso della madre".

"I servizi sociali, con la solita solerzia, senza aprire un procedimento amministrativo, hanno emesso la disposizione “di sequestro” in base all'art.403 c.c. senza sentire, come sarebbe dovuto avvenire, la madre e il padre", evidenziano i Genitori sepsrati.

"Conosciamo bene - prosegue la nota - certi meccanismi legati ad una falsa applicazione dell'art. 403 c.c., come i fatti di Bibbiano ci ricordano, di cui non è immune nemmeno la Valle d'Aosta, con la benedizione delle forze politiche, che non fanno nulla per contrastare la lobby dei servizi sociali e del mondo che vi gira attorno. Ad Aosta, come ampiamente illustrato nella partecipata conferenza del 24.9.2019 tenuta dall'avv. Gerardo Spira, sul tema “I sotterfugi delle istituzioni per sottrarre i minori alle famiglie. Come a Bibbiano … anche ad Aosta?”, troppi minori vengono tolti alle famiglie, all'insaputa dei genitori, per collocarli in comunità protette e case famiglia e/o darli in adozione".

L'associazione chiede di "fare chiarezza" perché "togliere i figli ai genitori deve essere un atto da rifiutare per principio, come ricordato da tutti i deputati alla Camera durante l'approvazione (all'unanimità) della Legge sulla istituzione della Commissione d'Inchiesta per far piena luce sugli affidi e sulle comunità di tipo familiare che accolgono minori, nonché le condizioni effettive dei minori affidati con riferimento anche al rispetto del principio della necessaria temporaneità dei provvedimenti di affidamento".

L'associazione "in base a quanto affermato dalla madre nell'intervista, se veritiera e non abbiamo motivo per dubitarne, chiede all'assessore Baccega di dare risposte concrete, immediate e non quasi tra tre settimane, e di far azionare un procedimento riportando chiaramente finalità, tempi e modi, fornendo ai genitori la copia del fascicolo che sta alla base dell'assurdo provvedimento della dirigente. La bambina - è bene ricordarlo - non è stata abbandonata e non corre alcun rischio. Se il servizio ha documentati motivi per togliere la bambina alla madre non può ignorare che il padre è disponibile a tenerla e che i genitori hanno il sacrosanto diritto a difendersi".

"Invitiamo i genitori valdostani - conclude la nota - che hanno sperimentato sulla propria pelle questo modo di operare dei servizi sociali della Valle d'Aosta e la ingiustificata assenza delle forze politiche regionali - come se i minori e le separazioni non siano una emergenza in questa regione – a rendere pubblici i loro pareri e le loro esperienze, senza la consolidata paura del ricatto istituzionale".

 

redazione

 

 

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