Valle d'Aosta, 20 anni fa l'alluvione mai dimenticata

In questi giorni cade il 20° anniversario della tragedia che spezzò 17 vite - FOTO


AOSTA. I giorni di maltempo e i disagi vissuti all'inizio di questo mese di ottobre hanno riportato alla mente la grande alluvione del 2000 del Nord Ovest, una tragedia mai dimenticata.

In quell'ottobre di venti anni fa la Valle d'Aosta pagò un prezzo carissimo: 17 vite spezzate, famiglie in lutto, migliaia di sfollati e danni ingenti. Una situazione straordinaria per la sua drammaticità e la sua vastità. Nessuna parte del territorio regionale fu risparmiato.

L'orgine dell'alluvione

Quella eccezionale ondata di maltempo fu originata da condizioni meteo particolari. Una profonda depressione proveniente dall'Atlantico e dalla Gran Bretagna scese fino a toccare il Mediterraneo occidentale combinandosi con le correnti umide. Poi venti di Scirocco fecero aumentare le temperature. L'intensa perturbazione si posizionò sul Nord Ovest d'Italia e lì rimase a lungo, "bloccata" da un anticiclone nell'area del Balcani.

12 - 13 ottobre. Il 12 ottobre iniziano le prime precipitazioni che proseguono nelle successive 24 ore a ritmo incessante. Si somma l'aumento delle temperature che ha l'effetto di sciogliere la neve caduta in quota nei giorni precedenti contribuendo ad ingrossare i corsi d'acqua.

14 ottobre. Sono già trascorse ore di precipitazioni battenti e nella notte si registra un primo picco di precipitazioni. I versanti continuano a ricevere quantità insolitamente alte di pioggia e diventano sempre più instabili, fino al punto di rottura. 

(catasto dissesti)

Notte tra sabato 14 e domenica 15 ottobre. Le precipitazioni incessanti fanno cadere dai fianchi delle montagne frane grandi e piccole e colate rapide. I versanti saturi scivolano verso i fondovalle, ostacolano e deviano i torrenti ingrossati che erodono gli argini ed esondano. La maggior parte degli eventi si verifica proprio nella notte tra sabato e domenica e la domenica mattina.

Donnas (catasto dissesti)


Da Courmayeur a Gressoney, da Cogne ad Aosta, ovunque i torrenti in piena causano danni. Il fango infonda i prati e lambisce le case, diversi ponti si arrendono alla forza della corrente e porzioni di strade crollano o vengono sommerse dai detriti.

Il catasto regionale dei dissesti - da cui provengono le immagini di questo articolo - censice quasi 1000 eventi collegati a quei quattro fatidici giorni dal 13 al 16 ottobre. Dove va bene, i torrenti riescono a scaricare la loro furia su prati e vallate inabitate senza coinvolgere i principali centri urbani. Ma non ovunque è così.

Devastazione a Nus

Nus (catasto dissesti)

Nus (catasto dissesti)

Nus (catasto dissesti)

Scendendo lungo il suo stretto vallone, il torrente Saint-Barthelemy trasporta sul paese di Nus - situato proprio allo sbocco del vallone - una colata stimata in 400.000 metri cubi che investe gli edifici del paese distruggendone diversi e danneggiandone a decine rendendoli inagibili. Le vie del borgo si trasformano in un fiume marrone che scorre veloce tra le case, raggiunge i primi piani delle abitazioni, distrugge le infrastrutture, fa crollare porzioni di edifici, trasforma i prati in una distesa di tronchi, detriti e fango e seppellisce la Strada statale 26 sotto 2 metri di detriti. Sempre a Nus una frana a Messigny si stacca e raggiunge alcune case. Muore Maria Olinda Chapellu, di 72 anni.

Fénis, sei vittime sotto il fango

Fénis (catasto dissesti)

Al di là della Dora Baltea, a Fénis gli abitati di Pleod e Perron sono investiti da un'altra colata di fango che spezza sei vite. L'esatta entità della tragedia sarà sotto gli occhi di tutti soltanto in un secondo momento, quando gli operai inizieranno a rimuovere i detriti riportando alla luce corpi di persone rimaste intrappolate nell'inferno di fango e detriti. Le vittime sono il cinquantacinquenne Alessandro Carlo Perron e il figlio di 23 anni Elis, Anna Peraillon di 39 anni e il figlio sedicenne Alessandro Bortone, Maria Gloria Parravano di 56 anni e Carmine Trapani di 45.

A Pollein la frana uccide sette persone

Pollein (catasto dissesti)

Pollein (catasto dissesti)

Un rumore sinistro accompagna l'arrivo di 55mila metri cubi di materiale scivolato dal piede della frana della Becca di Nona su Pollein. La frana finisce parzialmente nell'alveo del torrente e lo ingrossa, la furia dell'acqua che scende verso valle erode le sponde trascinando tronchi, massi e detriti e piomba sull'abitato di Chenaux. Sette le vittime. Sono Gilles Coquillard, di soli 18 mesi, i genitori Ugo e Grazia di 50 e 38 anni, il quindicenne Manuel Catalano, gli anziani coniugi Fortunato Cerlogne e Ilva Fiou di 76 e 75 anni e la settantacinquenne Angela Catania. Alcuni corpi saranno scoperti un paio di giorni dopo l'evento sotto lo spesso strato di fango.

Con loro nell'alluvione hanno perso la vita il settantenne Lino Gard di Antey-Saint-André e l'ottantacinquenne Ferruccio Morandi di Aosta.

Aosta, la furia del torrente Buthier

torrente Buthier (castasto dissesti)

Aosta - voltino (catasto dissesti)

Il torrente Buthier provoca i maggiori danni nel capoluogo. Il corso d'acqua in piena devasta l'area Saumont e sommerge il voltino di via Cavalité, danneggia il vicino ponte ferroviario e provoca danni nell'area del quartiere Dora. Anche la Cogne Acciai Speciali subisce gli effetti dell'alluvione.

Precipitazioni record nella valli del Lys e di Cogne

Nella valle del Lys si registrano precipitazioni da record - oltre il doppio della media regionale - e le conseguenze rimangono visibili per mesi, anni.

Gressoney (catasto dissesti)

Anche nel territorio di Cogne i torrenti esondano e le frane investono villaggi e strade. A Lillaz il versante si muove e finise nel torrente Urtier, sbarrandone l'alveo e facendolo tracimare. Simili scenari si ripetono un po' ovunque nell'intera vallata con danni alle vie di comunicazione.

Cogne - Lillaz (catasto dissesti)

A Courmayeur a causa della frana dal monte de la Saxe una persona rimane ferita, alcuni edifici subiscono danni così come la strada comunale.

La Dora Baltea invade la bassa Valle

In bassa Valle la Dora Baltea non riesce a sopportare l'enorme apporto di acqua dei torrenti e tracima allagando aree abitate, zone industriali e terreni. Tratti di autostrada A5 vengono sommersi dall'acqua. Le persone trovano rifugio sui tetti delle case e lì aspettano i soccorsi. Il sessantacinquenne Gianfranco Bosoni, di Donnas, perde la vita.

Dora Baltea (catasto dissesti)

bassa Valle alluvionata (catasto dissesti)

bassa Valle alluvionata (catasto dissesti)


Inizia la conta dei danni

Quando la pioggia finalmente cala di intensità, inizia la conta dei danni. È il 16 ottobre. La regione è isolata dal resto d'Italia: alcuni tratti della strada statale sembrano spariti, la ferrovia è inutilizzabile, l'autostrada è in alcuni punti impraticabile, i colli del Grande e del Piccolo San Bernardo sono chiusi ed in molte zone le linee telefoniche non vanno più, mancano acqua potabile ed elettricità. I primi aiuti arrivano per via aerea perché da terra i soccorsi dal Piemonte - anch'esso devastato dall'alluvione - non riescono ancora ad avanzare. Il Traforo del Monte Bianco viene riaperto temporaneamente solo per permettere agli aiuti dalla Francia di arrivare.

Ci sono molti valdostani rimasti fuori Valle. Alcuni erano andati a Roma per partecipare al Giubileo della Famiglia mentre l'alluvione si abbatteva sulla regione. Per consentire a loro e agli altri valdostani di fare rientro a casa sono organizzati dei convogli scortati dalle forze dell'ordine: il rischio idrogeologico rimane altissimo. Il viaggio è come una passerella su un paesaggio martoriato: case distrutte, fango, pezzi di strada che mancano, tratti di ferrovia accartocciati, ferite ben evidenti sui fianchi delle montagne.

autostrada (catasto dissesti)

Donnas (catasto dissesti)

Alcune località rimangono però irraggiungibili per giorni e ci sono centinaia di sfollati da assistere. Serviranno giorni di intenso lavoro affinché le ruspe riescano a liberare ovunque le strade dai detriti per permettere il passaggio dei soccorsi. Sono più di 150 gli interventi di questo tipo resisi necessari dopo la tragedia. In alcuni casi le vie di comunicazione sono parzialmente crollate oppure non esistono più: a Nus la furia del torrente strappa via due chilometri di strada regionale, nella valle di Gressoney il Lys erode gli argini e si porta via porzioni di strada.

Grazie all'impegno della macchina dei soccorsi e di tanti volontari, sostenuti dagli aiuti dal'Italia e dall'estero, la Valle d'Aosta supera lo sgomento iniziale e inizia a risollevarsi con un pensiero rivolto alle vittime. Ma il processo di guarigione durerà anni. Ancora oggi molte ferite non sono del tutto rimarginate.

Pont-Saint-Martin (catasto dissesti)

 

 

Clara Rossi

 

 

 

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