La referente delle P.Iva Valle d'Aosta: 'i ristori servono, ma noi vogliamo poter tornare a lavorare. C'è chi non fattura da marzo 2020''
La referente delle P.Iva Valle d'Aosta: 'i ristori servono, ma noi vogliamo poter tornare a lavorare. C'è chi non fattura da marzo 2020'
AOSTA. Luana Di Francesco, Partita Iva valdostana che lavora nel settore della formazione, è anche referente del gruppo Partite Iva Valle d'Aosta. Chiediamo a lei un commento sulla situazione economica e delle manifestazioni di Roma delle Partite Iva.
Le conseguenze economiche della pandemia colpiscono tutti i settori economici, ma in questo difficile contesto le Partite Iva sembrano una categoria invisibile. Cosa sta succedendo?
«Per pagare, per sanzionarci, per darci degli evasori quando evasori non siamo sono sempre pronti, invece quando si tratta di sostenerci e aiutarci non esistiamo più. Però il tessuto produttivo siamo noi, noi abbiamo le idee, noi possiamo sostenere delle soluzioni. Abbiamo presentato tante proposte, ma sembra che la politica viva su un altro pianeta».
La politica ha messo in campo dei ristori. Ne ha ricevuti?
«Tra contributi statali e regionali, ho ricevuto attorno ai 2.000 euro da marzo dell'anno scorso. Adesso non posso dare in afftto l'immobile perché nessuno è interessato a locare, non posso lavorare, non posso organizzare corsi di formazione. Mi suggeriscono di fare corsi on line, ma non funzionano. In questo periodo si parla dei problemi di bar e di ristoranti, ma la verità è che c'è tutto un mondo in difficoltà. Ogni partita Iva ha grossi problemi. Fatta eccezione per farmacie e grandi supermercati, tutti sono coinvolti. C'è chi non fattura più da marzo 2020».
Non si lavora, non si fattura, ma le tasse rimangono.
«Esatto».
A Roma nei giorni scorsi c'è stata una manifestazione delle Partite Iva. Com'è stata l'adesione?
«La piazza non era piena come speravamo, ma abbiamo comunque avuto un riscontro. Partecipare rappresentava un costo che non tutti si potevano permettere. E poi c'è il fattore paura».
Cosa chiedevate?
«Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ci ha invitati a presentare tre proposte. Abbiamo chiesto di rivistare il Crif e di poter lavorare. I ristori aiutano, ma il nostro obiettivo è poter tornare a lavorare in sicurezza. Se ci sono delle chiusure che siano per tutti, dalle metropolitane a tutte le situazioni in cui c'è veramente pericolo. E poi chiediamo di rivedere il sistema della tassazione. Quando è stato introdotto l'Euro non sono né stati raddoppiati gli stipendi né calmierati i prezzi. Il declino delle Partite Iva è iniziato lì e il Covid lo ha solo portato allo scoperto».
Nei mesi scorsi palestre, centri benessere e altre attività hanno sostenuto costi importanti per adeguamenti anti Covid, ma poi sono state costrette a chiudere. Questi soldi investiti come vengono ammortizzati?
«Non vengono ammortizati. È impossibile farlo se non si può a lavorare. È come un cane che si morde la coda e che nessuno riesce a fermare. La politica non è in grado di trovare strategie. Secondo noi per poterne uscire bisogna mettere in campo come nel Dopoguerra un piano Marshall, chiaramente adeguato al 2020».
Parliamo della Valle d'Aosta. Qual è la situazione?
«Vedo che manca il coraggio. Ci sono stati dei provvedimenti che abbiamo apprezzato per cercare di tenere aperte le attività, ma subito dopo sono stati fatti dei passi indietro. Vorremmo che il governo regionale iniziasse a puntare i piedi applicando l'Autonomia e lo Statuto speciale con azioni che tutelino tutti noi e tutto l'indotto del turismo, anche con delle prove di forza. Sembriamo sempre alla mercé di Roma, invece dovremmo essere noi a creare qualcosa. Parliamo anche della proposta del sindaco di Aosta di regalare la pubblicità ai commercianti per dare visibilità e portare i clienti: forse non è chiaro che i clienti non ci sono. Quello che serve è non aumentare l'Irpef ma diminuirla, togliere le Ztl, togliere i parcheggi a pagamento come fatto in altri Comuni. L'ha fatto in bassa Valle e nel resto d'Italia".
A proposito di turismo, se i confini regionali sono chiusi la Regione cosa può fare?
«Se non possiamo spostarci da una regione e l'altra, possiamo far venire i turisti dalla Francia e dalla Svizzera».
È fattibile?
«Tutto è fattibile se ci si mette d'impegno. Qui le persone stanno morendo di fame».
Ci sono però anche persone che muoiono in ospedale.
«Certamente sì e su questo argomento si potrebbero dire tante cose, tuttavia si muore anche fuori dall'ospedale. Dei suicidi degli imprenditori si sente mai parlare? Dall'inizio dell'anno, e siamo solo a marzo, ci sono stati 60 suicidi tra i ristoratori. Non sono anche loro morti di Covid?».
Un messaggio alle Partite Iva della Valle d'Aosta
«Per vedere avverarsi i cambiamenti serve tempo. Come Partite Iva della Valle d'Aosta chiedo di unirci tutti sotto un unico colore perché c'è ancora molta divisione. Ma questo è il momento dell'unione. Divisi siamo meno forti».
Marco Camilli