La creazione della Compagnia è stata «un momento straordinario per la reale autonomia» della Valle d'Aosta
AOSTA. La nascita della Cva «è stato davvero un momento straordinario per la nostra reale autonomia: insieme all'ottenimento del riparto fiscale del 90 % del gettito, gli unici in cui la classe politica abbia concretizzato un'azione incisiva a favore della regione». Lo afferma in una nota il Comitato Giù le mani dalle acque e dalla CVA in occasione dei vent'anni dalla creazione della Compagnia Valdostana delle Acque.
«Il vantaggio potenziale, che la CVA poteva e può rappresentare per il benessere delle future generazioni, purtroppo tarda, a concretizzarsi in una reale transizione energetica, ancora di la da venire - aggiunge il Comitato -. Lo sperpero di denaro ha infatti connotato - molto di più dei fatti positivi - l'azione politica, come esploso clamorosamente nella vicenda delle turbine cinesi e nel prolungato assalto della Rava al forziere Cva. Oltre 600 milioni sprecati in prebende (e in vitalizi) che ci potevano davvero consentire l'ottenimento della decarbonizzazione totale prima del 2030. Ma almeno, dopo 20 anni, rimane la certezza di un'azienda energetica tra le poche locali dotata di consistenti competenze interne e ancora tutta in mano pubblica; rimane allora anche la speranza di un futuro diverso, possibile con una classe politica totalmente rinnovata: questo però - conclude la nota - non dipende dal cambiamento climatico ma da quello dei valdostani».
redazione