Le organizzazioni sindacali contro la «preoccupante deriva della politica valdostana» e le «mediocri boutade giornalistiche su sospette irregolarità, nomine, assunzioni, omonimie»
Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica tornano all'attacco sulla situazione della sanità della Valle d'Aosta e sulla «preoccupante deriva della politica valdostana».
«Coloro che, con un lavoro sommerso e con gli onori della cronaca, perpetrano instabilità e alimentano dissensi e confusione in un momento di quiete dopo una pandemia (e una probabile recrudescenza autunnale), non hanno evidentemente a cuore la salute pubblica e non hanno intenzione di confrontarsi con i professionisti della sanità (cioè i medici e i sindacati che li rappresentano)», accusano in una nota congiunta Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo, Fesmed, Fvm, Savt Santé - Dirig. Sanitaire, Snr-Fassid.
«Diciamo basta alle polemiche, ai cavilli e ai sensazionalismi volti ad attuare ribaltoni o rimpasti, la maggior parte delle volte a mezzo stampa», si legge nel comunicato. Con l'assessore alla Sanità e con parte della dirigenza strategica aziendale «sono in corso trattative e accordi per concepire una nuova organizzazione della Sanità Regionale: ciò, in questo momento di grande difficoltà, rappresenta per noi un segno di grande responsabilità che ci induce a considerare la nomina di un altro assessore alla Sanità controproducente per tutti». Aggiungono: «Non vorremmo trovarci a settembre, magari con l'ennesima recrudescenza della pandemia, a non sapere nemmeno a quali soggetti politico-amministrativi dover fare riferimento».
I sindacati intervengono sulle nomine dell'ex direttore generale dell'Ausl valdostana. «L'ex dg, il dott. Pescarmona, lasciando in fretta e furia le redini dell'Azienda Usl, ha fatto una scelta personale, probabilmente poco giustificabile e alquanto discutibile sotto il profilo della responsabilità gestionale in un momento così critico; tale scelta, tuttavia, non era preventivabile da nessuno e nessuno ne può essere ritenuto responsabile, se non lo stesso autore della dipartita».
In sindacati dicono anche «basta con le mediocri boutade giornalistiche su sospette irregolarità, nomine, assunzioni, omonimie (in una valle di 120 mila abitanti e 3000 dipendenti Ausl, è difficile non incorrere in parentele con un rapporto di 1 su 40, contando minorenni e pensionati): se ci sono delle irregolarità, si auspica che sia la magistratura a farle emergere e ad agire di conseguenza».
La preoccupazione delle oo.ss. dei dirigenti medici è che «il territorio della sanità valdostana, già deturpato e impoverito dalle precedenti gestioni politiche, torni ad essere terra di conquista, con un immobilismo e un'assenza di programmazione a medio-lungo termine che da troppo tempo caratterizza il panorama politico regionale valdostano».
«È ora di lavorare, insieme, per un reale ed efficace rilancio dell'unica azienda sanitaria regionale invece di fare ancora polemiche che, tra immobilismo ed incertezze, hanno contribuito e contribuiscono a ridurla ai minimi storici di credibilità ed efficienza», concludono.
C.R.