Un male oscuro che ci accompagna nei secoli
Viviamo tempi bui, in una società alle prese con una pandemia che sta travolgendo equilibri e regole di ognuno di noi. Ovviamente uno degli strumenti più colpiti da questa emergenza è la informazione nella sua interezza.
Oggi il direttore delle testate giornalistiche della Rai ha confermato con un suo tweet quanto scritto da La Stampa di Torino il tre settembre: «(...) D'altronde, in Rai, da qualche settimana nei Tg regionali era stata data indicazione di non fare più servizi con inviati - al netto di scontri e altri eventi di rilevanza pubblica - sulle manifestazioni dei no Green Pass (...)».
Premetto che chi vi scrive ha fatto tre dosi di vaccino e dunque una scelta chiara. Ma amo troppo la libertà per non mettermi davanti alla tastiera e scrivere queste righe.
Mi rendo conto che alcune idee limite di alcuni "No Green Pass" o "No Vax", se diffusi su mass media, possano creare confusione. Non si può diffondere incautamente il pensiero che il vaccino sia uno strumento di alieni bramosi di conquistare la Terra o altri pensieri simili. Allo stesso tempo però l'informazione non può avere un bavaglio né istituzionale né professionale.
Ricordiamo quando Mario Monti, ospite di una trasmissione de La7 su, affermò che l'informazione sul Covid-19 dovrebbe essere «meno democratica» e che «deve essere il governo a dosare dall'alto le notizie». Affermazioni gravi, anche in un contesto come quello attuale, che però non hanno smosso minimamente certi operatori dell'informazione benpensanti. Affermazioni gravi che alimentano la dietrologia, il sospetto e, in ultimo, certi convincimenti estremi.
Il sig. Casarin dovrebbe ricordare quanto fece discutere nel 1978 la decisione del governo di non far più pubblicare dai giornali i comunicati dei criminali delle Brigate Rosse. Erano anche quelli tempi bui e tristi. Aveva allora 20 anni l'attuale direttore dei Tgr Rai: come avrebbe accolto quella decisione governativa?
Anche io voglio difendere il mio diritto a non farmi infettare, ma oscurare in toto le iniziative di un movimento che comunque non sta violando la legge (il vaccino non è obbligatorio) non è in linea con il concetto di libertà di informazione. Bisogna avere la capacità e il coraggio di continuare a informare per dimostrare agli Italiani che viviamo ancora in una nazione in cui la libertà non è una parola da relegare in un vecchio museo.
Marco Camilli