Più di 1200 istanze in un anno per l'Ufficio della difensora civica

Squillaci: «Il filo conduttore è l'ascolto dei cittadini»

 

Adele Squillaci

La difensora civica della Valle d'Aosta, Adele Squillaci, ha presentato l'attività svolta dal suo ufficio lo scorso anno. Un'attività che si estende su più ambiti: oltre a raccogliere i reclami dei cittadini nei casi di mala amministrazione pubblica, l'ufficio ha funzione di Garante dei diritti dei detenuti, Garante dei minori e, dal mese di settembre, anche di Garante dei disabili. 

«Il filo conduttore dell'attività - ha spiegato Squillaci - è l'ascolto dei cittadini in caso di incomprensioni o difficoltà incontrate nel rapporto con le pubbliche amministrazioni. L'Ufficio ha ricevuto, fin dai primi giorni dell'inizio del mandato, tutti i cittadini interessati e è stata accolta ogni richiesta di colloquio da parte di detenuti della Casa circondariale di Brissogne o di familiari degli stessi».

La difensora civica ha ricevuto nel corso del 2022 una media di oltre 100 istanze al mese e in totale 1.219 richieste. La maggior parte riguarda i compiti di difesa civica, con 920 casi trattati (di cui 887 definiti entro l'anno) riferiti a difficoltà nei rapporti istituzionali e altre problematiche, tra cui tributi e sanzioni amministrative. Come Garante dei minori Squillaci ha gestito 123 casi riferiti principalmente i temi dell'istruzione e formazione (62 casi) e come Garante dei disabili si è occupata di 64 casi di cui circa un terzo concernenti le politiche sociali, dalle provvidenze economiche ai servizi socio-assistenziali. Infine la difensora civica ha trattato 122 casi come Garante dei detenuti su temi come le condizioni della casa circondariale, il rapporto con l'istituto carcerario, il diritto alla salute (21 casi) e i diritti fondamentali (14 casi).

La natura dei compiti del difensore civico permette all'ufficio di venire direttamente a contatto con le fasce di popolazione più deboli. Dal numero e dall'andamento delle istanze è possibile individuare quali sono le difficoltà più diffuse. Per esempio il problema della casa. Analizzando l'attività svolta, Squillaci ha evidenziato l'aumento delle istanze riferite in generale all'assistenza sociale. Si tratta di «191 casi, 60 unità in più rispetto al 2021: trattasi di casi principalmente per emergenza abitativa pubblica, per politiche sociali nonché per previdenza e assistenza».

Dal bilancio dell'attività 2022 emerge poi il disagio dei detenuti della casa circondariale di Brissogne. Squillaci ha parlato del «peggioramento evidente di tutta la popolazione carceraria italiana che ha risentito, soffrendo più degli altri cittadini, le conseguenze della pandemia. Si è registrato, praticamente in ogni istituto carcerario italiano, un aumento di episodi di rabbia o di scoramento ascrivibili a stati di ansia, di preoccupazione o in alcuni casi a stati depressivi che hanno reso l'operato del personale particolarmente complesso. Dai colloqui con i detenuti è emersa la necessità di ascolto e di una maggiore presenza di psicologi che possano contenere evidenti stati di tristezza, rabbia o preoccupazione continua e comprensibile anche per le situazioni dei familiari, spesso persone anziane o bambini residenti in altre regioni o Stati.»

«Nell'esercizio di tutte le quattro funzioni - ha infine evidenziato Squillaci - si è notato l'importante apporto dei volontari, da sempre presenti non solo nella Casa circondariale di Brissogne, ma anche nell'aiutare i ragazzi e i bambini meno fortunati e nell'accogliere le persone in momenti di difficoltà economiche e psicologiche. Un atto di generosità può spesso fare la differenza in percorsi di vita complessi e in contesti di isolamento e solitudine».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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