Traforo Monte Bianco, Uncem chiede di posticipare i lavori

Dopo la frana in Savoia e le conseguenze per il Fréjus, l'attenzione si sposta sul traforo del Bianco. Pour l'Autonomie: «lavorare sul raddoppio»

 

Traforo del Monte Bianco

La restrizioni alla circolazione nel tunnel del Fréjus dopo la frana avvenuta in territorio francese riaccende la discussione sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco e, in più in generale, sui collegamenti internazionali alpini.

Pour l'Autonomie esprime "forte preoccupazione per la problematica connessa ai collegamenti internazionali che sta diventando sempre più difficile e complessa da gestire, come dimostrato dalla chiusura del Traforo del Frejus a seguito di una frana". Il presidente Augusto Rollandin aggiunge: la situazione attuale dovrebbe «finalmente indurre le autorità nazionali italiane e francesi alla comprensione delle ragioni che da sempre ci hanno mosso nel ribadire con forza la necessità di lavorare sulla seconda canna del Tunnel del Monte Bianco. Tra pochi giorni proprio questo nostro tunnel dovrebbe chiudere per i lavori di manutenzione, e purtroppo, nonostante le nostre reiterate sollecitazioni al Governo nazionale ed al Governo francese, mancano risposte concrete su come si possano garantire i flussi tra i due Paesi, e quanto siano sostenibili le code e i disagi provocati ai viaggiatori».

L'Uncem - Unione dei comuni ed enti di montagna - chiede di posticipare gli interventi sulla volta della galleria del traforo del Monte Bianco e quindi la lunga chiusura di 15 settimane programmata a cominciare dal 4 settembre. «Chiediamo con urgenza al MIT di intervenire per differire i lavori del Monte Bianco spostandoli a fine emergenza in Maurienne, che ha tempi indefiniti di risoluzione», afferma il presidente Marco Bussone. «La situazione è troppo grave e complessa, l'isolamento pericoloso per il Paese. I lavori al Bianco complicherebbero lo stato dei transiti. Le Alpi devono essere cerniera, come scritto nel Trattato del Quirinale, ma mai come oggi serve l'impegno politico di tutti. E di mettere da parte ideologie logiche conservatrici».

Il presidente Uncem coglie dell'occasione per toccare la questione anche del Treno ad Alta Velocità. «Con il tunnel di base del TAV, la frana in Maurienne non avrebbe bloccato i rapporti tra Italia e Francia», dice.

 

 

Clara Rossi

 

 

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