FeuDora, sospetti spacciatori preoccupati di non riuscire a prendere gli aiuti per l'emergenza Covid-19

Nelle intercettazioni della Gdf uno degli arrestati riferisce di voler chiudere la partita Iva per ottenere contributi più alti

 

Giuseppe ZavagliaAOSTA. Quasi tutte le persone finite in arresto con l'operazione FeuDora della Guardia di finanza di Aosta percepivano il reddito di cittadinanza. Ufficialmente molti di loro hanno redditi molto bassi, in alcuni casi inesistenti, pur avendo a che fare  - secondo quanto emerso dalle indagini - con un giro d'affari illecito che fruttava intorno ai 70.000 euro al mese.

Nelle prove acquisite dalle Fiamme gialle ci sono anche conversazioni su come sfruttare al meglio gli aiuti pubblici erogati dallo Stato per aiutare lavoratori e imprese a rimanere a galla nell'emergenza Covid-19. Ne parlano il 43enne Giuseppe Zavaglia, oggi ai domiciliari, e il noto pluripregiudicato 63enne Giuseppe Nirta, scambiandosi qualche parere sulla questione.

Giuseppe NirtaIn particolare è Zavaglia introdurre l'argomento. "Non so come chiudere la partita Iva, non so come fare, adesso che è tutto chiuso non ti fanno niente", dice a Nirta. Spiega di voler chiudere la partita Iva perché "se no risulto come artigiano e se c'è qualche aiuto dello Stato non me lo danno...". Nirta sembra informarlo che invece gli aiuti ci sono anche per gli artigiani: "Io avevo capito di sì, però poco", spiega. "Al dipendente devono dare qualcosa in più penso", obietta Zavaglia mentre cerca di capire cosa sia più convienente fare per ottenere più aiuti.

Subito dopo, nella stessa conversazione, i due si mettono a parlare dell'aumento dei prezzi delle dosi ("dobbiamo alzare il prezzo", dice Nirta)  e si organizzano per la consegna "dei vestiti".

 

M.C.

 

 

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