Rapine e furti per comprare la droga da spacciare: in manette un'intera famiglia

Operazione Sunshine della Squadra mobile di Aosta. Gli accusati 'contavano sull'impunità'

 

Sunshine

AOSTA. Al culmine di una indagine iniziata lo scorso mese di ottobre, la Squadra mobile di Aosta ha arrestato questa mattina una famiglia accusata di gestire un'attività di spaccio di droga. L'operazione prende il nome Sunshine perché  "tutti i reati commessi dagli indagati avvenivano alla luce del sole", ha spiegato il neo dirigente della Squadra mobile Francesco Filograno, e tutto al quartiere Cogne di Aosta.

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Il centro dell'attività è ritenuito il Bar Nord: da lì, secondo gli inquirenti, veniva gestito lo spaccio da Giuseppe Lombardi, residente a Quart e considerato a capo del sodalizio (ora ai domiciliari) e beneficiario del reddito di cittadinanza, dai figli Angelo e Simone, i quali che si occupavano sia di procurarsi lo stupefacente sia di rivenderlo po' nel bar, un po' all'esterno (già noti alle forze dell'ordine e in carcere a Brissogne) e dalla moglie Angelina Angiulli (ai domiciliari) che svolgeva anche un ruolo di mediatrice tra padre e figli.

Nella stessa operazione è coinvolto anche il sospetto pusher Giuseppe Vona, individuato dagli agenti perché aveva contatti con la famiglia Lombardi.

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Secondo quanto emerso dalle indagini, per avere la liquidità necessaria ad acquistare a Milano e Torino la droga il sodalizio compiva furti e rapine, anche ai danni di supermercati di Aosta. Inoltre per gli approvvigionamenti a Torino e Milano, proseguiti persino durante le restrizioni sugli spostamenti per l'emergenza Covid-19, i due figli si mettevano alla guida di automobili rubate. Grazie a questa abitudine la Squadra mobile, che aveva iniziato ad indagare su segnalazione dello spaccio all'interno del bar, è riuscita a ricostruire i vari spostamenti e portare alla luce l'intera attività.

La polizia ha documentato almeno una quarantina di cessioni di stupefacente nella zona del quartiere Cogne ed anche all'interno del bar nella disponibilità di Giuseppe Lombardi. "La cocaina era acquistata ad 1 grammi a 30 euro e rivenduta a 100 euro sul territorio", ha spiegato il dirigente della Squadra mobile.

Perquisendo il bar gli agenti hanno trovato anche un migliaio di euro in monete e, nel sottoscala, una slot a gettoni non collegata all'Agenzia dei Monopoli.

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Gli accusati e in particolare i due fratelli "contavano sicuramente sull'impunità, sapendo che magari sarebbero stati messi ai domiciliari. Avevano la convinzione di essere immuni dal controllo delle forze dell'ordine", ha commentato ancora il dirigente della Squadra mobile Filograno.

 

Marco Camilli

 

 

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