Il bilancio di fine anno del questore Morelli che da gennaio si trasferirà. «Lascio la Valle d'Aosta a malincuore»
Il numero dei reati denunciati in Valle d'Aosta nel 2022 sono in leggero aumento rispetto al 2021. Nel corso dell'anno risultano 3276 denunce di reato contro le 3178 dell'anno precedente, pari ad un aumento del 3%. Tra queste ci sono anche 520 episodi di truffe informatiche (+1,76%) e 99 delitti informatici (+3,1%), 483 episodi di danneggiamento (4,77%) e 14 violenze sessuali. Nei dodici mesi trascorsi le forze dell'ordine hanno raccolto anche 798 denunce per furto (+1,94%) di cui 105 in abitazione (+0,96%) e 75 in esercizi commerciali (-1,3%).
In generale le persone denunciate aumentano da 229 a 410 mentre gli arresti passano da 120 a 102.
Andamento comunque positivo
Nel rendere noti questi dati, il questore di Aosta Ivo Morelli a chiusura dell'anno di attività ha commentato l'andamento dei reati giudicandolo comunque positivo. Come ha spiegato, si tratta di una crescita tutto sommato contenuta considerando che il confronto percentuale si basa su un anno, il 2021, in cui ancora erano presenti alcune restrizioni dovute al Covid-19 e che queste limitazioni hanno influito anche sulle attività illecite.
Nel comunicare i dati di fine 2022 il questore ha presentato anche un bilancio dei suoi tre anni trascorsi ad Aosta. Nei primi giorni di gennaio Morelli assumerà infatti un nuovo incarico a Piacenza sempre come questore. «Lascio la Valle d'Aosta a malincuore», ha detto.
Covid e 'ndrangheta
Il periodo trascorso in Valle dal questore Morelli è stato contraddistinto da eventi unici, come l'emergenza sanitaria, e inchieste destinate a lasciare un segno sulla comunità valdostana, come Geenna e Egomnia. «In questi tre anni ho avuto l'impressione che la collettività si sia avvicinata alla polizia e alle forze dell'ordine, grazie ad una crescita di fiducia che considero un riconoscimento del nostro lavoro», ha spiegato.
Sulla criminalità organizzata, Morelli ha osservato una attenzione accresciuta degli amministratori su quella «eccessiva familiarità» nei rapporti con persone a cui si chiedono voti o si affidano lavori che appanna la politica. Soprattutto in una regione con pochi abitanti come la Valle d'Aosta diventa fondamentale una «gestione meno familiare degli incontri» per garantire trasparenza nella gestione della cosa pubblica e della politica.
Baby gang
Rispondendo alle domande degli operatori dell'informazione il questore è tornato sull'argomento baby gang confermando che in Valle d'Aosta non ne risultano. «Rispetto alle grandi città, la realtà è più controllabile. Non abbiamo agli atti riscontro di indagini su gruppi di ragazzi che si associano per commettere reati reiterati. Episodi singoli sì, ci sono stati, dovuti ad un eccesso di divertimento legato all'uso di alcolici e stupefacenti leggeri».
In questo ambito il questore ha auspicato un «cambio di atteggiamento» da parte dei genitori dei ragazzi che finiscono nei guai. «C'è stata la tendenza ad arrendersi rispetto ai precetti in abito familiare. Con le nuove tecnologie c'è poco dialogo con la famiglia e e la figura genitoriale ha fatto dei passi indietro. Invece i genitori devono recuperare il proprio ruolo».
Elena Giovinazzo
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