Addio Andrea Purgatori, uno dei più grandi giornalisti degli ultimi anni

È stato anche report, autore, conduttore televisivo, attore. Aveva 70 anni

 

Andrea Purgatori a La7

Quella di Andrea Purgatori è stata una carriera felice grazie alla sua bravura, a quella formazione avvenuta definitivamente negli Stati Uniti d'America quando era ancora un ragazzo ed è proprio lì, oltreoceano, che ha scoperto il gusto, il piacere per l'inchiesta, qualcosa che col passare degli anni è diventato ancora più autentico e forte, un vero e proprio amore per quel tipo di giornalismo, per quel genere.

Inviato del Corriere della Sera dal 1976 al 2000, è noto per le inchieste e i reportage su casi scottanti del terrorismo internazionale e italiano negli "anni di piombo" e sullo stragismo, come il caso Moro e la strage di Ustica. Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina.

È stato autore e conduttore televisivo.

Per il cinema ha scritto tra l'altro: "Il muro di gomma" (1991), dedicato alla sua inchiesta sulla strage di Ustica, "Il giudice ragazzino" (1994), "L' industriale" (2011). Ha ottenuto tra gli altri il Nastro d'argento 1992 per il miglior soggetto con Il muro di gomma, il Premio Hemingway di giornalismo nel 1993, il Premio Crocodile - Altiero Spinelli per il giornalismo nel 1992, il Globo d'oro 1994 per la miglior sceneggiatura con Il giudice ragazzino e nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, si è aggiudicato il premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film Fortapàsc.
A completarne la figura estremamente eclettica anche il ruolo d'attore.

Amico di Corrado Guzzanti e suo coautore, nel 2006 ha preso parte al film "Fascisti su Marte" nel ruolo del camerata Fecchia e, sempre con Guzzanti, ha realizzato Aniene (Sky Uno).

Sempre come attore è apparso in più episodi della serie televisiva Boris, nei film di Carlo Verdone "Posti in piedi in paradiso" (2012) e "L'abbiamo fatta grossa" (2016) e nei film di Alessandro Aronadio "Due vite per caso" (2010).

Nel 2006 ha scritto insieme con Francesco Nicolini i sei monologhi di Marco Paolini per Teatro Civile (Rai Tre).

Tuttavia questa bibliografia risulta estremamente parziale rispetto a quella che è stata la reale produzione di Andrea Purgatori, come giornalista, saggista, sceneggiatore, autore e attore.

Ideologicamente era schierato, seppur convintamente e onestamente, ma questo spesso lo privava di quella dose di razionalità che dev'essere imprescindibile per chi fa il nostro lavoro.

Come tutti i grandi giornalisti cresciuti nel mainstream, anche lui, non è mai uscito dal filone della narrazione ufficiale e istituzionale delle inchieste, ma del resto chi l'ha fatto?

Anche se sullo Sbarco degli Alleati e sul ruolo avuto dalla Mafia, è stato in grado di spingersi fino dove nessuno era mai arrivato prima.

Con Andrea Purgatorio se ne va uno dei più grandi giornalisti degli ultimi anni. Personalmente e per certi versi: un maestro.

 

 

David Gramiccioli

 

 

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075