Crisi Shiloh, i 70 licenziamenti anticamera della chiusura?

Crisi Shiloh, i 70 licenziamenti anticamera della chiusura?VERRES. La strada da percorrere per ridurre il numero di licenziamenti alla Shiloh Industries di Verrès è "in salita": lo afferma il Savt Met commentando la situazione dello stabilimento valdostano che rischia di perdere quasi la metà dei dipendenti.

I sindacati sono alla ricerca di un accordo che dovrà arrivare nel giro di un mese. La speranza è di alleggerire il taglio dei lavoratori attivando ammortizzatori sociali alternativi. 

Luigi Bertschy, assessore regionale alle politiche del lavoro, conferma che ci sono spazi di dialogo sull'attivazione della Cigs. «Abbiamo ottenuto delle aperture sulla possibilità di valutare la possibilità di trasformare i licenziamenti in Cassa integrazione straordinaria - ha spiegato oggi in Consiglio regionale -. In questo modo si potrebbe costruire un percorso per capire se l'azienda possa tornare a essere produttiva nei prossimi anni. Avremmo anche la possibilità di passare a una politica attiva di presa in carico della formazione del personale, per dare anche nuovi orizzonti lavorativi». Il governo regionale, ha aggiunto Bertschy, è dunque «disponibile a sostenere un percorso condiviso, a condizione di evitare un gravissimo impatto sociale».

La sensazione è però che l'accordo sui licenziamenti, se dovesse arrivare, rappresenterebbe solo una toppa ad un problema più grande: la possibile chiusura dello stabilimento. Nessuno ne ha ufficialmente parlato, ma gli indizi ci sono tutti. A cominciare dal perché la Shiloh è in crisi.

Le cause della crisi
Shiloh si occupa di produrre telai leggeri per veicoli e l'andamento dello stabilimento è strettamente legato a quello del mercato dell'auto e in particolare a Fiat-Chrysler Automobiles. "Nel corso di questo ultimo biennio - evidenzia a tal proposito Savt Met - l'azienda ha visto un netto calo del fatturato e del portafoglio ordini". Il trend negativo "è riconducibile al settore automotive e al principale cliente FCA, ancor oggi incapace di porre in essere azioni concrete per una vera ripresa del marchio". 

Tagli alla forza lavoro
Le difficoltà della Shiloh sono note da tempo e lo stabilimento ha dovuto già affrontare la riduzione della forza lavoro. "I dipendenti in forza all'inizio del 2018 erano oltre le 200 unità, compresi i contratti a tempo determinato e quelli assunti con contratto di somministrazione di manodopera, che purtroppo - ricorda il sindacato - non hanno avuto la fortuna di vedersi rinnovare o prorogare il contratto, viste e considerate le prospettive poco rassicuranti". Oggi i dipendenti sono 154.

Futuro preoccupante
La procedura di licenziamento collettivo è dovuta alle prospettive negative. Nel prossimo triennio Shiloh ha già messo in conto un calo "molto pesante" degli ordinativi. Nel quinquennio 2018/2022, come spiega ancora il Sav Met, è anche prevista una contrazione del fatturato pari al 50%. Inoltre il budget dell'azienda è stato dimezzato: secondo le cifre riferite in Consiglio regionale dall'assessore Bertschy si è passati «dai 43 milioni di euro del 2017 ai 24 previsti a chiusura del bilancio 2019. Ciò fa intendere la probabilità futura di chiudere l'azienda».

 

 

 

 

Marco Camilli

 

 

 

 

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