Arriva il latte sintetico: prodotto ecosostenibile o minaccia per l'economia di montagna?

Il sintetico potrebbe arrivare sugli scaffali dei supermercati a prezzi più bassi rispetto al latte animale e promette di cancellare l'impatto ambientale degli allevamenti

 Bovini al pascolo

C'è una importante novità all'orizzonte per quanto riguarda l'industria alimentare e, in particolare, quella dei latticini. Per qualcuno l'argomento è tabù, per altri rappresenta il futuro, per altri ancora è fonte di preoccupazione. Parliamo del latte sintetico, un prodotto che, se prenderà mai piede, avrà un impatto su larga scala.

Prima di tutto è bene sapere cos'è a grandi linee il latte sintetico. Si tratta, come facilmente intuibile, di un prodotto artificiale. Tutto è frutto della biotecnologia, per l'esattezza di una tecnica chiamata "fermentazione di precisione" che consente di creare uno specifico prodotto utilizzando microorganismi. Gli animali da latte non sono coinvolti nel processo. D'altronde l'idea alla base è disporre di un alimento largamente utilizzato dalle popolazioni di tutto il mondo limitandone l'impatto ambientale, quindi togliendo dal processo produttivo l'elemento che inquina di più: gli animali da latte. Quelli intensivi in particolare sono fonte di emissioni di gas metano, la catena di produzione dei mangimi sfrutta il terreno e per mantenere i capi produttivi utilizzano quantità di antibiotici che possono finire nella carne per il consumo umano. Senza contare il vero e proprio benessere animale che nella produzione intensiva finisce per soccombere rispetto alla volontà di spingere al massimo la redditività dei capi ottimizzando i costi.

Come detto parliamo soprattutto di allevamenti intensivi, ma se il latte sintetico dovesse realmente arrivare nei supermercati anche gli allevamenti più piccoli e sostenibili, come quelli della Valle d'Aosta, dovranno farci i conti.

Se la carne è difficile da replicare in laboratorio in termini di gusto, consistenza e complessità, per il latte è tutta un'altra storia. Quello già prodotto è indicato come uguale a quello di origine animale in termini di colore, consistenza, odore e gusto.

Certo l'arrivo del latte sintetico nei supermercati - e magari di prodotti come burro, formaggi e simili da esso derivati - non sarà immediato. La tecnologia utilizzata è ancora piuttosto nuova ed economicamente non sostenibile per una produzione di massa. Ma, con la progressiva diffusione, il costo diventerà via via più accessibile e quindi il latte prodotto in laboratorio potrà arrivare sugli scaffali dei supermercati di fianco a quello di origine animale ed essere venduto persino a prezzi inferiori rispetto al latte "tradizionale". Sempre che nel frattempo non intervengano delle normative a limitarne produzione o vendita.

In definitiva comunque spetterà ai consumatori scegliere se acquistare un prodotto creato per essere ecosostenibile o un prodotto di origine animale che, guardando ad una piccola realtà come quella della Valle d'Aosta, contribuisce a mantenere in vita una parte importante dell'economia, le tradizioni locali e anche il territorio.

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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