Il movimento accusa: 'condotta disautonomista' sulla questione dei confini tra Italia e Francia sul Monte Bianco
AOSTA. "Dove sta la voce dei cosiddetti Autonomisti valdostani, delle forze valdostane di sinistra al Governo insieme al Ministro degli Affari Esteri Di Maio, dove sta la voce delle Regione, dove sta la voce dei parlamentari valdostani (UV e 5 Stelle)?". Lo chiede il direttivo di Rinascimento Valle d'Aosta commentando la lite sui confini sul Monte Bianco tra Italia e Francia. "Non è questo il modo di governare una Regione, di esserne fieri e di difenderla rappresentandone gli interessi e diritti legittimi. Ci dissociamo da una tale condotta disautonomista", aggiunge il movimento.
"Il tema del confine tra Italia e Francia sul Monte Bianco è di grande attualità - sottolinea il direttivo - in ragione della palese violazione dei Trattati NATO da parte delle Autorità francesi (per il tramite dei Comuni di Chamonix e Saint Gervais che unilateralmente modificano i loro confini) con un presunto possesso dell’area del Rifugio Torino e della zona circostante di Punta Helbronner (che accoglie migliaia di turisti ed è un punto nevralgico del Bianco) arrivando addirittura a emettere provvedimenti al riguardo con ad esempio il del tutto illegittimo divieto del volo di parapendio sulla zona".
"Ora - prosegue Rinascimento VdA - stiamo assistendo a azioni, che in ottica bipartisan condividiamo pienamente, portate avanti a livello parlamentare da Fratelli d'Italia con il deputato Francesco Lollobrigida e Giorgia Meloni e dalla Lega con Matteo Salvini, con riposte molto tardive (dopo oltre un anno) da parte del Ministero degli Affari Esteri (sottosegretario Scalfarotto) che segnala la questione all’Ambasciata di Parigi auspicando un confronto e che tende a liquidare la questione come falso problema risolvibile con un chiarimento (addirittura citando il fatto che il prefisso del rifugio Torino è italiano - come se questo valesse - come noto a chiunque vada in montagna è infatti molto ricorrente lo sforamento dai confini delle coperture telefoniche e certo non possono assumere indice di confine). Intanto la Francia si trattiene i proventi derivanti dallo sfruttamento di quella zona e respinge al mittente le istanze, limitandosi a rendersi disponibile ad un confronto".
Questa situazione "non giova alle nostre guide alpine, a chi lavora sul nostro versante e soprattutto all'immagine della Valle d'Aosta", conclude Rinascimento.
E.G.