Lega VdA al governo? Manfrin: se ci sarà l'occasione, noi ci saremo

Intervista al capogruppo leghista in Consiglio regionale

 

Manfrin Andrea

Andrea Manfrin, capogruppo della Lega VdA in Consiglio regionale. A livello nazionale si è creato un governo di unità. Se in Valle d'Aosta si presentasse alla Lega la possibilità di entrare in maggioranza e andare a governare in questo momento infelice, lo fareste? Avreste preclusioni verso altri partiti o politici?
«A livello nazionale la Lega ha interpretato il sentimento emerso alle Europee 2019 di maggior partito del Paese, e quando si è presentata l'occasione con il governo Draghi non si è tirata indietro. Qui abbiamo gli stessi prerequisiti: i valdostani alle elezioni del 2020 hanno dato un segnale forte dicendo che la Lega doveva essere il partito di governo, quindi se ci sarà l'occasione evidentemente noi ci saremo. Non è però una questione di dire "voglio governare" o "non voglio governare" né di parlare di partiti o persone. La questione è: che cosa si vuole fare? È su questo che bisogna mettersi d'accordo. Un governo creato con veti e paletti non va avanti. Altro discorso è un governo nato per fare le cose, aiutare le imprese in difficoltà, evitare di chiudere ancora la Valle d'Aosta».

Il lavoro bipartisan e il voto unanime sul pacchetto di aiuti all'economia può essere considerato una prova generale di governo regionale?
«No, quella è stata una nostra prova di responsabilità. Non eravamo obbligati a partecipare al tavolo dei ristori, ma abbiamo deciso di mettere da parte la conflittualità e le bandiere di partito per fare un buon lavoro per la Valle d'Aosta a prescindere dagli schieramenti».

Un governo di unità regionale basato su argomenti e programmi specifici vi vedrebbe favorevoli?
«Nessuno ce lo ha proposto».

Se dovesse accadere?
«Dipende da quali sarebbero gli obiettivi».

In questo momento in cui sono un po' saltati i ruoli di movimenti e partiti ciò che serve è serietà.
«E' quello che abbiamo fatto. Ci siamo detti: sui ristori Covid nessuna bandiera, diamo il nostro aiuto per quanto possibile. Abbiamo portato una legge certo non perfetta, perché è frutto di una mediazione su idee politiche diverse, ma riteniamo di aver fatto un buon lavoro di aver portato a casa qualcosa di positivo».

 

 

Marco Camilli

 

 

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