Zucchi (FdI) e la politica regionale: «in Consiglio Valle non c'è più opposizione»

Il coordinatore di Fratelli d'Italia VdA: 'la Lega strepita per andare al governo. Noi unica forza politica che si espone contro il sistema'

 

Consiglio regionale

«In Regione non c'è più opposizione. Durante l'ultimo Consiglio Valle ho assistito a certe pantomime, scene in cui si dice tutto e il contrario di tutto pur di rimanere lì. La Lega, e mi spiace dirlo, strepita per poter entrare al governo dopo averne dette di tutti i colori nei confronti dell'Union Valdôtaine». Non usa mezze parole il coordinatore di Fratelli d'Italia Valle d'Aosta, Alberto Zucchi, per descrivere l'attuale situazione politica a Palazzo regionale.

È stato Zucchi, insieme al partito che coordina, a portare alla luce nelle ultime settimane situazioni poco chiare e dubbi in merito all'operato di esponenti di vertice della politica regionale e dell'Usl. Solo in un secondo momento questi argomenti sono arrivati all'attenzione delle forze che siedono in Consiglio Valle. «Parentopoli, assunzioni, interinali, ma tutti restano in silenzio», accusa Zucchi. «Mi sembra che Fratelli d'Italia, pur non essendo in Consiglio, sia l'unica forza politica che si espone e si esprime contro questo sistema, contro questa melassa tutta piegata all'interno del Palazzo».

Al di fuori del Palazzo però succede di tutto: 'ndrangheta, inchieste riaperte sulla morte del deputato Gex, indagini. Sembra che i confini regionali racchiudano tanti "misteri" di cui poco si parla. «Curzio Maltese - riprende il coordinatore di FdI VdA - ha definito questa regione la culla del socialismo reale. Qui tutto dipende dalla Regione. Per questo c'è un livello di omertà tale che è simile, per non dire superiore, a quello di altre realtà dove l'omertà è diventata famosa nel mondo. Qui la Regione permea talmente tante famiglie e tanti affari che c'è timore a esporsi, a esprimersi, perché c'è la paura delle reazioni. "Se non sei allineato, ti stronco"».

Per molte grandi città, da Milano a Napoli, sono in arrivo le elezioni amministrative. «I candidati del centrodestra sono condivisi quindi l'alleanza è mantenuta», spiega Zucchi. Poi sarà il turno delle politiche, «magari nel 2023. Speriamo - dice Zucchi - di poter dare alla nazione un governo che è espressione del voto e non di giochini di palazzo. Il PD ha perso le elezioni e sta governando da non so quanti anni. Magari dopo le elezioni del presidente della Repubblica potremo tornare alle urne e mi auguro che il centrodestra possa esprimere una maggioranza forte. L'attuale ambaradan a Roma non ci convince».

In Italia i sondaggi danno Fratelli d'Italia in forte crescita negli ultimi mesi, sempre più vicino alla Lega. «Come si spiega? Con la coerenza. Il nostro presidente Giorgia Meloni ha dimostrato di essere una leader con i fiocchi, ha sempre mantenuto la parola sui punti fondamentali e finalmente ha avuto riscontri da parte dell'elettorato che si è accorto della serietà della proposta. Però i sondaggi rimangono sondaggi e la vera indicazione della realtà è data dai voti. Comunque, se il buongiorno si vede dal mattino, in questo momento siamo contenti dell'attenzione nei confronti del partito».

Diversa la situazione in Valle d'Aosta. Alle elezioni regionali del 2020 Fratelli d'Italia, alleata con Forza Italia, non è riuscita a rientrare in Consiglio regionale. Il partito, sempre alleato con FI, ha partecipato alla corsa per il sindaco di Aosta e ha eletto un proprio rappresentante nel Consiglio comunale del capoluogo. Qual è adesso la strategia? «Cerchiamo, io in modo particolare, di far ottenere al partito la stessa attenzione che in questo momento ha il partito nazionale, anche se la Valle d'Aosta è una cosa diversa», spiega Zucchi.

Il pensiero è proiettato ai prossimi appuntamenti con le urne. L'ideale secondo Zucchi sarebbe «anche in Valle d'Aosta una proposta che rappresenti il Centrodestra come è comunemente inteso: Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, più i movimenti che si riconoscono in questa area di pensiero. Il banco di prova è quello delle politiche. Sono curioso di vedere quale sarà l'atteggiamento della Lega».



Marco Camilli

 

 

 

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