Critiche dai gruppi di minoranza: è una norma taccone, ad personam. Testolin: l'opposizione è faziosa: questo è un punto di partenza
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta oggi ha approvato la legge sull'organizzazione degli enti del comparto unico. Il testo è passato con 19 voti a favore e 15 astensioni.
«Questa modifica - ha affermato il relatore del testo, Antonino Malacrinò (Fp-Pd) - nasce dalla necessità di potenziare la capacità di innovazione e la competitività del sistema organizzativo con l'obiettivo di accrescerne l'efficienza attraverso la valorizzazione del personale di categoria D. Questa nuova figura assumerà la denominazione di funzionario con "posizioni di particolare responsabilità" e verrà istituita e definita da ciascun ente, unitamente alle strutture dirigenziali, nel proprio atto di organizzazione aziendale, in relazione al proprio modello organizzativo. Inoltre spetterà a ciascun ente definire i requisiti professionali per l'accesso, i criteri e le modalità di assegnazione degli incarichi. La selezione avverrà previa pubblicità e tramite una procedura selettiva e comparativa tra i funzionari in possesso di specifici requisiti.»
L'opposizione ha espresso più di una perplessità sul testo. Erika Guichardaz (Pcp): «questo disegno di legge arriva in fretta e furia in Aula senza condividere e senza avere una visione di insieme». Secondo la capogruppo inoltre «la creazione delle nuove posizioni di particolare responsabilità manca di un meccanismo selettivo serio e di criteri oggettivi di trasparenza e meritocrazia. Dopo aver prorogato per anni le PPO ora in pochi mesi si pensa di dare avvio ad una norma taccone, tampone o magari ad personam che non aiuta sicuramente la definizione in maniera puntuale ed efficiente di un sistema complesso come quello dell'organizzazione regionale e del comparto».
Concetti condivisi dagli altri gruppi dell'opposizione. «Perché partire dalla parte centrale dell'organizzazione, seppur ovviamente importante, piuttosto che individuare razionalmente, temporalmente e operativamente i vari step per il raggiungimento del modello a tendere?», la domanda del vice capogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi.
Anche secondo Claudio Restano (misto) l'intervento normativo doveva avvenire «in maniera diversa, individuando chiaramente l'obiettivo finale e tracciando il percorso da seguire. È diventata consuetudine di questa maggioranza scaricare dei disegni di legge senza avere chiari o, perlomeno, senza illustrare all'Aula quali siano i risultati che si vogliono conseguire. Un metodo infruttuoso che non si può condividere».
Per il capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, «questo provvedimento che potrebbe essere condivisibile nelle finalità ma di cui non condividiamo il metodo di approccio parziale, che è al di fuori di una visione sistemica, che non tiene conto delle tematiche nell'insieme».
Nella replica il presidente della Regione Renzo Testolin ha accusato l'opposizione di faziosità. «Questo percorso non è un'invenzione della nostra amministrazione, ma è accompagnato dallo studio Bocconi SDA, il quale ha sottolineato come questo sia il punto di partenza per arrivare a regime, nel 2025, alla ridefinizione del numero dei coordinatori e dei dirigenti. Non è questa una norma taccone, bensì è l'inizio di un percorso che andrà a valorizzare le potenzialità dei livelli intermedi con gratificazioni ma anche con l'attribuzione di responsabilità e risorse».
Elena Giovinazzo