La storia di Pompei, la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio

Gli amanti dell'archeologia non possono non rimanere stregati dalla tragica storia di Pompei, la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Situata in Campania, vicino alla città di Napoli, Pompei era uno dei centri più importanti dell'antica Roma. Ad oggi di Pompei restano solo le rovine, restituite al genere umano dagli scavi archeologici partiti nel 1748, per merito di Carlo III di Borbone, e proseguiti poi fino ai giorni nostri. Attualmente Pompei è e resta un tesoro archeologico di inestimabile valore, messo costantemente a rischio dai crolli dovuti all'instabilità delle sue antiche strutture.

La tragica storia di Pompei

L'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. rappresenta uno degli eventi più catastrofici dell'antichità, e viene ricordato soprattutto per aver colpito, distrutto e sepolto la nota città. Originariamente fondata nel VII secolo a.C. dagli Osci, una popolazione italica, Pompei divenne in seguito una città fondamentale per la Campania, per via delle influenze greche ed etrusche, e in seguito romane. Un contesto storico talmente ricco e multiculturale che contribuì a rendere Pompei una città complessa, la cui storia venne appunto interrotta dal Vesuvio.

Oggi Pompei viene considerata come uno dei siti patrimonio UNESCO più importanti al mondo. Non a caso, portali come Betway Casino online pubblicano mensilmente aggiornamenti interessanti che spaziano su vari tematiche, e di fatto questa città nella top ten dei siti protetti dall'UNESCO (l'articolo potete trovarlo qui). Tornando alla storia, purtroppo vi furono delle avvisaglie della tragedia incombente: il Vesuvio, infatti, iniziò a risvegliarsi provocando dei piccoli terremoti, che vennero però ignorati all'epoca. Va infatti specificato che, ai tempi, mancava una vera e propria cultura sulle eruzioni vulcaniche e una coscienza legata ai suoi pericoli: ciò spinse i cittadini di Pompei a non valutare l'opzione dell'evacuazione.

L'eruzione vera e propria avvenne il 24 agosto (per alcuni storici il 24 ottobre) e causò non solo la distruzione di Pompei, ma anche delle città di Stabia ed Ercolano. Il fenomeno provocò una pioggia di cenere, lapilli, pomici e gas che devastò i dintorni, seppellendo Pompei e le città sopracitate sotto molti metri di detriti. Tutto ciò avvenne in pochi giorni, impedendo qualsiasi intervento e causando il decesso di oltre 2.000 persone.

Un approfondimento sugli scavi di Pompei

La riscoperta di Pompei avvenne per caso nel 1748, quando il re di Napoli Carlo III di Borbone autorizzò gli scavi per il ritrovamento di Ercolano. Va però detto che soltanto nel XIX secolo si decise di approcciare un metodo più scientifico e professionale per disseppellire Pompei, e ciò avvenne per mano di Giuseppe Fiorelli, immediatamente dopo l'Unità d'Italia. Fiorelli ebbe il merito di introdurre delle tecniche più moderne e innovative, come il calco di gesso, il che permise di documentare le ultime ore vissute dagli abitanti.

Gli scavi di Pompei hanno portato alla luce una condizione che, prima dell'eruzione, raccontava di una città all'apice del suo successo, fiorente, ricca e organizzata socialmente. Sono state ritrovate anche numerose opere d'arte, affreschi, mosaici e sculture, che hanno avuto il merito di fornire preziose informazioni sulle tradizioni, le credenze e l'estetica della civiltà romana.

 

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