Valle Virtuosa: sulla gestione dei rifiuti inefficienze create ad arte

Sull'esaurimento della discarica di Brissogne l'associazione cita il caso delle plastiche dure: «vanno riciclate anche se non godono di contributi»

L'esaurimento della discarica di Brissogne torna ad essere un tema di attualità a più di undici anni di distanza dal referendum con cui i valdostani bocciarono il progetto del pirogassificatore. Le ultime stime dei tecnici indicano che lo spazio disponibile si esaurirà nel 2031, quattro anni prima rispetto alle precedenti previsioni che indicavano il 2035 come anno di fine vita del sito.

Sull'argomento interviene Valle Virtuosa che segnala una serie di criticità, ancora non risolte, del sistema di raccolta e differenziazione dei rifiuti. Come la questione dei rifiuti in plastica dura che da gennaio non possono più essere separate insieme agli imballaggi. «Emblematico a questo proposito - dice Valle Virtuosa - è quanto emerso nel corso della riunione dell’Osservatorio Comunale dei Rifiuti del 12 gennaio 2024. Per ammissione del Direttore Tecnico di Enval le plastiche dure che, non essendo imballaggi, vengono conferite in modo separato alle isole ecologiche, non vengono inserite nella filiera del riciclo e vengono smaltite nella discarica di Brissogne velocizzandone l'esaurimento». Secondo l'associazione «si tratta di comportamento ingiustificato». Ecco il motivo: Enval, «avendo vinto l'appalto per la gestione integrata per 17 anni di tutti i rifiuti valdostani, è tenuta a rispettare le indicazioni contenute nel PRGR ’22 – ’26 approvato con la L. Reg. n. 4 del 9 maggio 2022. Il Piano in diverse occasioni afferma che l’attività del centro di Brissogne deve essere volta a massimizzare il risparmio di risorse minimizzando lo smaltimento delle stesse in discarica, indipendentemente dal fatto che siano o meno degli imballaggi e che godano o meno dei contributi Conai», il Comitato Nazionale Imballaggi che gestisce e coordina il recupero e il riciclo degli imballaggi. Secondo Valle Virtuosa «le plastiche dure devono quindi essere avviate da Enval a riciclo anche se non godono di contributi Conai».

Più in generale, l'associazione evidenzia come «dopo 12 anni dalla scelta di gestire e trattare i rifiuti “a freddo” la percentuale media di raccolta differenziata è ferma al 65% (limite che avremmo dovuto raggiungere nel 2012) e la qualità dei materiali differenziati, a causa del perdurare delle raccolte stradali in gran parte della regione, è così scadente che si è costretti a smaltirli in discarica per non pagare penali ai consorzi di filiera (Conai). Solo Aosta, Sarre e i SubATO che fanno il “porta a porta” recuperano un rifiuto qualitativamente valorizzabile».

Infine una stoccata alla politica: «è molto più semplice attribuire la colpa dello stallo in cui si trova il sistema valdostano di gestione dei rifiuti alle associazioni ambientaliste, Valle Virtuosa in testa, che hanno bloccato la costruzione del Pirogassificatore e all’inciviltà dei cittadini che differenziano male quando questo, invece, dipende da inefficienze strumentali create e mantenute ad arte».

 

 

E.G.

 

 

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