Diventa un piccolo caso un articolo pubblicato su due iniziative del gruppo chiuso "Sei di Aosta se". Gli amministratori replicano: "nessun insulto"
AOSTA. L'Ordine del giornalisti e l'Associazione stampa valdostana esprimono «piena solidarietà» ad un giornalista de La Stampa, Alessandro Mano, in seguito ad un articolo pubblicato sulle pagine valdostane del quotidian a proposito di due iniziative discusse su un gruppo chiuso su Facebook, "Sei di Aosta se...".
La vicenda riguarda una corvée per spalare la neve e un incontro tra i membri del gruppo che conta più di 18mila iscritti. «Entrambi sono andati deserti, o quasi», scrive Mano nell'articolo, e dopo aggiunge: «Dei tanti «leoni da tastiera» che per ore si sono lamentati della neve e delle carenze dello sgombero da strade e marciapiedi, soltanto due volenterosi volontari si sono presentati all'appuntamento all'Arco d'Augusto».
L'articolo in questione, si legge nella nota dell'Ordine e dell'Associazione, ha «scatenato un clima di odio, di insulti e di intimidazioni nei confronti dell'autore del servizio. Ai membri del gruppo "Sei di Aosta se..." che hanno trascorso le ultime ore davanti a uno schermo, riversando sulla tastiera astio e minacce nei confronti di un giornalista ricordiamo che le ingiurie e la diffamazione sono illeciti o reati e nulla hanno a che vedere con la libertà di opinione».
Di tutt'altra opinione due degli amministratori del gruppo chiuso, Fausto Serra e Sandra Moschella, che ribattono così alla nota dell'Ordine dei giornalisti e dell'Associazione stampa valdostana: «Come i giornalisti hanno diritto di scrivere, ogni cittadino ha libertà di opinione e di manifestare liberamente il proprio pensiero, fermo restando che non ci debbano essere insulti. E a me non risultano essercene». «Nessuno ha scaricato odio o altro nei confronti dei giornalisti», assicurano Serra e Moschella. Entrando nel merito dell'articolo, sul "flop" dell'incontro gli amministratori del gruppo spiegano che «è stato organizzato con 24 ore di anticipo e non era un incontro ufficiale. Avevamo pensato ad un incontro veloce per conoscerci e bere vin brulé facendo un'offerta agli Alpini che raccoglievano fondi». Sulla corvée per spalare la neve Moschella e Serra precisano che «non è stata organizzata dal gruppo, ma è stata una iniziativa proposta da un iscritto. Al giornalista non costava nulla prendere il telefono, o mandarci un messaggio come hanno fatto altri, e chiedere un commento. Non ci sarebbe stato alcun problema».
Marco Camilli