Condanna psichiatra di Aosta, il gup: «professione medica prostituita»


Nelle motivazioni della sentenza il giudice afferma che Bonetti «è riuscito a fare tutto ciò che un medico non deve»

psichiatraAOSTA. Lo psichiatra aostano Marco Bonetti, condannato due mesi fa dal tribunale di Aosta, ha «prostituito la professione medica alle più basse finalità proprie». Lo scrive il gup Gramola nelle motivazioni della sentenza con cui ha inflitto a Bonetti dieci anni e otto mesi di reclusione.

Secondo il giudice «egli, in buona sostanza è riuscito a fare tutto ciò che un medico non deve - in nessun caso - fare: dal richiedere, o comunque ricevere, danaro per le visite eseguite quale medico dell'Usl fino a formare certificati medici falsi, in cambio di danaro, per far conseguire finalità illegittime ai propri assistiti, non omettendo inoltre di mettere le mani addosso alle proprie pazienti (psichiatriche) e di prescrivere loro, se lo volevano, sostanze stupefacenti a volontà e senza controllo, e fornendo comunque loro, quando lo riteneva opportuno, i farmaci di proprietà dell'ospedale».

Nelle motivazioni della condanna il gup scrive ancora che «è certamente difficile formulare un giudizio che non sia pessimo in ordine alla personalità del reo. Giudizio tanto più necessitato - spiega - se solo si considera che le condotte per le quali è condanna si sono protratte per anni, e costituivano - in sostanza - il normale modo di interpretare la professione medica da parte del Bonetti che, pur di giustificarsi, ha trasformato le proprie anziane pazienti psichiatriche in una sorta di ninfomani assetate di sesso, pronte a false denunce se non soddisfatte. Chi poteva esercitare un qualche controllo, con serietà, sulle attività del Bonetti era indicato come uno "stronzo", un "bastardo" e un "figlio di..."».

Tra le intercettazioni fatte dalla guardia di finanza nell'ambulatorio dello psichiatra e finite nelle carte dell'inchiesta c'è anche quella in cui raccomandava Bonetti ad un agente della polizia penitenziaria (anch'egli condannato) a cui stava firmando un certificato di malattia concordato di «non farsi mai vedere contento come adesso».

Nella conversazione si sente Bonetti che si mette d'accordo con il paziente: «Dopo che lei è andato in pensione scriverò un certificato in cui dichiaro che lei sta bene». E poi: «Malattia per ultimi tre mesi, ok?». Durante la visita l'agente consegò a Bonetti 50 euro.

 


Marco Camilli

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