Vaccini e no vax, Psicologi: storie individuali trovino punti d'incontro con la storia collettiva

L'Ordine della Valle d'Aosta invita a una riflessione che vada al di là dei numeri di chi non si vaccina

 

«Se è vero che le storie individuali contano, è altrettanto vero che queste devono in qualche modo trovare un punto d'incontro con la storia collettiva. E' questo il grande e difficile compito che dobbiamo affrontare». Così l'Ordine degli psicologi della Valle d'Aosta interviene a proposito di no vax e personale sanitario sospeso per aver rifiutato il vaccino contro il Covid19.

«In qualità di psicologi non possiamo non cogliere l'importanza della posizione individuale quale frutto di una storia personale nella quale ogni scelta assume un senso, talvolta anche più di uno, che non può essere non ascoltato», spiega l'Ordine. Tuttavia «siamo profondamente consapevoli, in quanto professionisti della salute, che il vaccino sia un'azione fondamentale per la salute pubblica, e come tale vada sostenuto ed incentivato, anche quando incontra resistenze con la consapevolezza che una posizione individuale, laddove incomprensibile ai nostri occhi, non per forza è frutto di malpensiero».

L'Ordine valdostano evidenzia come «seppur in diversi Paesi nel mondo siano state usate strategie di convincimento talvolta anche molto creative e discutibili, non vi sia stata una riflessione sugli aspetti psicologici che sottendono alle scelte che ciascuno di noi ritiene importanti per la nostra salute. Già, perché al di là di chi non può, per patologia o altro, in quella grande categoria di chi non vuole c’è anche chi ha paura, o chi non si fida, o chi ha vissuti persecutori verso il farmaco. E che forse trarrebbe giovamento da un accompagnamento nel capire i propri vissuti più nascosti rispetto al vaccino».

«Da alcuni giorni assistiamo sugli organi di stampa regionali e nazionali ad un nuovo conteggio - aggiunge l'Ordine presieduto da Alessandro Trento -. Se da un lato la pandemia ci ha abituati ad aggiornamenti costanti rispetto ai numeri dei positivi, dei ricoverati ecc., dall’altra assistiamo al conteggio dei sanitari attualmente sospesi». L'auspicio è che «questo conteggio, che non riteniamo possa aggiungere informazioni utili al processo di guarigione anche psicologico da una pandemia così complicata quanto ostinata, possa dare spazio ad una riflessione più ampia sul benessere (intenso anche dal punto di vista psicologico) a quanti, senza magari nemmeno supporlo, ne trarrebbero vantaggio. Forse in fondo, ne trarremmo migliori prospettive tutti».

 

 

Clara Rossi

 

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