Obbligo Green Pass a scuola: intervista a un insegnante di EducaLibera Valle d'Aosta

La voce degli insegnanti di EducaLiberaVda a due giorni dall'ingresso dell'obbligo vaccinale

 

EducaLiberaVdA riunisce 350 insegnanti, educatori e ATA della Valle d’Aosta. Un gruppo informale di persone che lavorano nella scuola costituitosi a luglio 2021 con l’obiettivo di opporsi all’applicazione del Green Pass. Oggi stimola l’applicazione delle norme europei e dei valori costituzionali alla base della nostra società, favorendo il dibattito democratico e prendendo le distanze dalle posizioni fondamentaliste “No vax”.

A meno due giorni dall’applicazione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, intervistiamo un suo insegnante, Fabrizio Merivot, insegnante di informatica all'ISILTP di Verres, che riporta il pensiero condiviso da tutto il gruppo di EducaLiberaVdA.

 educalibera

 

Buongiorno Fabrizio, come è nato EducaLiberaVdA e a che scopo? 

EducaLiberaVdA nasce con l'obiettivo di opporsi all'applicazione del lasciapassare CoViD-19 e intende esprimere nel modo più incisivo possibile il proprio dissenso rispetto a questo ignobile strumento politico di coercizione verso i lavoratori che non è, come dichiarato da membri del CTS, uno strumento con finalità sanitarie. 

Il nostro è, ad oggi, un invito all'applicazione delle norme europee e di quei valori costituzionali fondanti alla base della nostra società. Crediamo di poter portare un utile contributo di conoscenza riferendoci alle leggi che sottendono, o dovrebbero sottendere, il DL 111/2021 riguardante l'utilizzo del lasciapassare CoViD-19 a scuola e il recente DL 172/2021 relativo all’obbligo vaccinale. 

Siamo vicini a tutti coloro che con argomentazioni serie e puntuali alimentano il dibattito democratico prendendo le distanze da posizioni fondamentaliste definite "No Vax" (negazionisti di ogni realtà emergenziale). Siamo per la libertà di scelta, qualunque essa sia, nel rispetto del diritto europeo, quello nazionale e dello Statuto Speciale della Regione Autonoma Valle d'Aosta. 

 

In questo momento storico, caratterizzato da profonde divisioni, che aria si respira in ambiente scolastico e come questa situazione si riflette sugli allievi? 
La divisione che si è creata tra le due parti sociali è evidente e si ripercuote anche nella scuola sia tra i docenti, sia tra gli alunni generando un clima di diffidenza, paura e sospetto che non appartiene assolutamente alla connotazione della scuola. La scuola si fonda sul principio della convivenza democratica (DPR 104 del 1985) e deve per sua stessa natura intervenire in maniera che tali divisioni siano non solo riconosciute, ma superate. 

EducaLiberaVdA lavora per risvegliare le coscienze dei colleghi del mondo della scuola, degli studenti, delle famiglie e più in generale di tutti i cittadini affinché nel tempo si formi un nuovo consenso sociale e politico che permetta la restaurazione dei valori costituzionali e del regolare funzionamento degli organismi istituzionali della Repubblica Italiana. 

Ricordiamo che la democrazia è anche il rispetto delle idee della minoranza - storicamente legittimate dalla nostra regione autonoma - nonché il riconoscimento del valore imprescindibile del confronto e della costruzione cooperativa del consenso sociale. 

A due giorni all’ingresso dell’obbligo vaccinale, in quanto insegnanti, come vi sentite? 
Come cittadini e come lavoratori, non ci sentiamo tutelati dalle istituzioni e da quella parte della scuola e della società che accetta di buon grado le imposizioni che trovano fondamento esclusivamente nella concentrazione dell’attenzione sul contagio. Pensiamo che questo modus operandi impedisca ai più di percepire la grande trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica che fa della sicurezza e dell'emergenza la nuova forma di governabilità. 

 Quali sono i vostri progetti a partire dal 15 dicembre? 
Le nostre azioni mirano a mostrare che la certificazione CoViD-19 e l’obbligo vaccinale sono incompatibili con i principi costituzionali e che cittadini informati e consapevoli possono utilizzarli per contrastare la normativa relativa alla certificazione verde e all’obbligo vaccinale. 

I lavoratori che stanno per subire l’illegittimo obbligo vaccinale r-esisteranno utilizzando ogni strumento pacifico, democratico e legittimo. 

 Per tutto lo scorso anno scolastico abbiamo sentito dire che “la scuola è un luogo sicuro”. Da settembre invece c’è stata l’introduzione del Green Pass e oggi obbligano alla vaccinazione. Sembrerebbe esserci una forte contraddittorietà rispetto alle indicazioni sulla sicurezza nelle scuole... 
La contraddizione e la confusione sono state, fin dagli inizi, tendenze caratterizzanti la narrazione a partire dalle misure di prevenzione sia nella scuola sia negli ambienti extrascolastici. 

La scuola fino allo scorso anno era definita un ambiente sicuro, ma quest’anno, nonostante la maggioranza degli insegnanti e dei ragazzi delle scuole secondarie sia vaccinata, non sembrerebbe più così. Infatti le misure sono state non solo confermate, ma ulteriormente inasprite. 

 

Un sistema che giudica ed esclude un insegnante per una scelta personale è un sistema educativo? 
Crediamo che una scelta del genere non possa essere riconosciuta in un sistema educativo che si fregia di utilizzare termini quali inclusione, solidarietà, tolleranza, accoglienza della diversità di religione e di cultura. 

Mai come oggi la scuola corre il rischio di non riuscire più a porsi come esempio per la messa in atto dei valori da trasmettere alle nuove generazioni mostrando, dunque, l’ipocrisia di trattare di princìpi storicamente e culturalmente irrinunciabili, ma di non essere in grado di esercitarli al suo interno. 

Non si può parlare della fondamentale importanza del diritto allo studio, al lavoro e alla vita sociale per i nostri ragazzi e poi vincolare tali diritti ad un obbligo vaccinale surrettizio che non presenta fondamenti scientifici universalmente riconosciuti. La stessa lettura dei dati risulta ambigua. Ci riferiamo, per esempio, al fatto che il governo, anche attraverso gli organi di stampa, nega che i nuovi ricoveri o i nuovi contagi interessino anche i soggetti già vaccinati quasi a non voler ammettere parte del fallimento della campagna vaccinale. Diversamente da quanto accade in Inghilterra dove la scienza non ha paura del giudizio. 

Anche all’interno del nostro gruppo ci sono persone che hanno avuto molti problemi di salute in seguito alla vaccinazione e altre che si sono infettate nonostante la copertura vaccinale. 

Quando poi leggiamo sul sito dell’Aifa, in merito alla vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni - 1° dicembre 2021- “il vaccino comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata di elementi ricreativi ed educativi (...)” non possiamo che prendere atto del ricatto che stiamo subendo. Un ricatto politico che nulla ha a che fare con l’aspetto sanitario ed emergenziale. 

Che cosa vorreste chiedere oggi alla politica regionale? 
Chiediamo loro di porre l’attenzione sulle parole scritte nella sala del Consiglio Regionale: “Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux: ils sont faits pour illuminer le monde. En général ce ne sont pas de grands peuples par le nombre: ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir. (É. Chanoux)” 

Per evitare inutili e sterili polemiche intellettuali aggiungiamo che sappiamo benissimo che Émile Chanoux stava parlando del popolo elvetico, ma crediamo che queste parole dovrebbero essere ancora fonte di ispirazione per i valdostani e per i nostri rappresentanti politici. 

Un desiderio per il futuro della scuola 
Poter ritrovare la gioia di entrare in classe e condividere con i bambini e con i ragazzi la meraviglia della scoperta, della curiosità, della ricerca, valorizzando l’aspetto umano e sostenendo l’individuazione dei propri talenti e delle proprie inclinazioni. 

 

Veronica Pederzolli

 

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