Sono 116 i detenuti morti da inizio anno; sei gli agenti di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Il sindacalista De Fazio: andando avanti così rischia d’accadere l'irreparabile
«Mentre a Vercelli imperversavano pesantissimi disordini, da poco rientrati, a Verona moriva il 116esimo detenuto dell’anno. Italiano, 45 anni, è stato trovato esanime per aver inalato gas dalla bomboletta di campeggio in uso per preparare pasti e vivande. A nulla sono valsi i soccorsi». Lo riferisce in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Uilpa. «Al momento, non è chiaro se si sia trattato di un suicidio o di un tentativo di "sballo" finito male. A queste morti, vanno peraltro sommati i 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Siamo, nei fatti, alla certificazione della disfatta del sistema carcerario», commenta a proposito di quanto accaduto venerdì.
Prosegue De Fazio: «36mila donne e uomini del Corpo di polizia penitenziaria che, in sottorganico di 18mila unità, scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato e danno tutto ciò che possono, sottoposti a turni e condizioni di lavoro inenarrabili, per cercare di reggere le sorti del sistema carcerario non meritano tutto ciò, non meritano che il loro diuturno sacrificio sia completamente vanificato. Così come i reclusi, che vengono imprigionati dallo Stato per aver violato le sue leggi, non debbono veder calpestati e oltraggiati da quello stesso Stato i loro diritti fondamentali e umani».
Secondo il segretario Uilpa «ci troviamo nel mezzo di un vero e proprio cortocircuito».
«Siamo solo all’inizio dell’estate e si sono registrati 4 gravissimi disordini in soli 8 giorni: Firenze, Viterbo, Trieste e Vercelli. Mentre nelle prigioni si continua a morire con frequenza assurda. Andando avanti così, ben prima dell'autunno, rischia d’accadere l’irreparabile - avverte il sindacalista -. Non saremo certo noi a invocare passi indietro di chicchessia, tanto in Italia le dimissioni non vanno di moda, ma dopo aver constatato, sul tema, l'inconsistenza politica del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, vorremmo e chiediamo di sapere cosa ne pensa la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Soprattutto, vorremmo sapere se pensa che le carceri siano affar suo o che la questione non la riguardi. Anche perché, nel discorso al Parlamento per ottenere la fiducia aveva detto tutt'altro. Ma forse era ancora campagna elettorale», conclude De Fazio.
M.C.