Il monito del Capo dello Stato: se si eccede in austerity all’Unione europea mancherà il respiro
"Se si è avari di investimenti strategici facendo prevalere l'interpretazione più restrittiva dell'austerity economica, alla nostra Europa mancherà il respiro". Il cinquantesimo anniversario del Traforo del Monte Bianco dà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’occasione per un monito sui rischi che l’edificio dell’unità europea sta affrontando e continuerà ad affrontare, se non si riuscirà a cambiare l’ispirazione delle politiche recuperando gli ideali originari. "Non dobbiamo mai dimenticare – aggiunge Mattarella - che l'Europa unita è un ideale, e non soltanto uno spazio dove far competere interessi diversi, spingendoli talvolta fino al punto di creare fratture e gravi diseguaglianze sociali. L'Europa divisa – parole che risuonano forti, nei giorni in cui la crisi greca continua a insidiare la tenuta dell’eurozona e della stessa Unione europea - sarà più debole, perché i conflitti ci fanno ripiegare su noi stessi. Mattarella conclude il messaggio inviato ha inviato al presidente della Società Italiana per Azioni per il Traforo del Monte Bianco, l’ambasciatore Riccardo Sessa, ricordando "le difficoltà attuali dell'edificio europeo e alla crisi di credibilità che lo affligge, legate a evidenti affanni di progettualità e volontà politica generati da miopi percezioni di interessi nazionali, dall'incapacità di cogliere la meta e la responsabilità comune del nostro continente”. Per Mattarella “il Traforo del Monte Bianco, segno e stimolo di un'Europa che costruisce il futuro, è qui a riproporci la sua lezione: arteria vivente di popoli europei artefici insieme del proprio destino".
Nel messaggio di Mattarella, il Traforo del Monte Bianco è più volte eletto a simbolo "di come l'Europa sia fatta di scelte e progetti concreti. Essere, insieme, italiani ed europei, è anche frutto di investimenti strategici, quelli che mobilitano risorse, imprese ciclopiche che affratellano popoli e paesi, che si realizzano attraverso il lavoro manuale e intellettuale di tante persone, e che sono in grado di scrivere nuove pagine”. Ricostruendo lo spirito con cui nacque il progetto del Traforo, Mattarella rammenta che “l'idea di un passaggio tra le valli italiane e francesi è molto antica. Risale a tempi in cui le automobili non erano state neppure concepite e i mezzi tecnici non avrebbero certo consentito un'opera così avanzata e complessa come quella inaugurata nel 1965. Sono stati il clima e il contesto del dopoguerra, della pace e della libertà riconquistate, a dare l'impulso decisivo e a fare di questo Traforo un simbolo della nuova Europa democratica. Sotto la montagna più alta del continente, Italia e Francia hanno costruito insieme quello che allora, e per tanto tempo, è stato il più lungo tunnel autostradale del mondo. Una grande opera ingegneristica, un'impresa per tanti aspetti eroica, una prova straordinaria di maestria e di generosità da parte di migliaia di lavoratori, alcuni dei quali - è giusto ricordarlo oggi, come furono ricordati dai Presidenti Saragat e De Gaulle il giorno dell'inaugurazione ufficiale - persero la vita nelle operazioni di scavo e di sistemazione del tunnel. Ma, soprattutto, questa infrastruttura europea – sottolinea ancora la prima carica dello Stato - conteneva in sé, sin dal momento in cui è stata pensata, un'idea innovativa di relazioni tra i popoli, di mobilità, di libertà. Un esempio di realizzazione concreta degli obiettivi alla base del Trattato di Roma".
L’opera inaugurata nel 1965 “era un Traforo autostradale, ma era espressione, in nuce, di una cultura europea. Era una sfida economica, legata al trasporto e al commercio, ma conteneva una visione. Quello del Monte Bianco è un tunnel sotterraneo eppure, cinquant'anni dopo, possiamo dire – rileva ancora Mattarella - che è sempre stato un ponte che ha favorito il passaggio dall'Europa divisa e martoriata dalle guerre all'Europa della pace e della costruzione comunitaria. Un ponte che ha collegato il Mediterraneo all'Europa del centro e del nord. I confini tra nazioni vicine sono diventati più sottili e l'idea di una responsabilità europea comune nel mondo si è fatta più forte anche grazie a questa grande iniziativa”. Mattarella si sofferma sui miglioramenti via via introdotti negli standard di sicurezza e nelle condizioni di transito. Il gravissimo incidente del marzo 1999 fu uno shock per le comunità, oltre che un ferita insanabile per le famiglie delle vittime, alle quali va il nostro pensiero”. Per il futuro, segnala il capo dello Stato, occorrerà valutare con attenzione gli ulteriori ammodernamenti e investimenti necessari per offrire sempre più agli utenti i servizi e le garanzie dovute”.
C.R.