La yazida Nadia Murad vince il Premio internazionale "La Donna dell'Anno" 2016

 

Riconosciuto il suo impegno contro i genocidi. Premiate anche l'ivoriana Affoue Ahoutoue Brigitte Yoboue, la brasiliana Regina Tchelly De Araujo Freitas ed Eliana Levy

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AOSTA. Nadia Murad Basee Taha, yazida fuggita dalle torture del Daesh e ora impegnata contro i genocidi, è la vincitrice della 18^ edizione del Premio internazionale La Donna dell'Anno realizzato dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta. A lei sono andati i 25.000 euro da destinare al finanziamento delle attività che hanno determinato la candidatura.

La cerimonia conclusiva del Premio si è svolta lo scorso sabato sera al Teatro Splendor di Aosta. "Gli occhi di Nadia - ha scritto la giuria spiegando la scelta della Donna dell'Anno - fissano l'interlocutore che ha davanti e, senza bisogno di parole, raccontano. Raccontano di dolori inauditi, di lutti, di ferite che non si possono rimarginare. Raccontano di un popolo sterminato, di uomini uccisi e di donne che invocano la morte per essere finalmente alleviate da tutte le atrocità. Una volta scampata a queste torture, Nadia avrebbe potuto chiudere gli occhi ed evocare l'oblio. Invece i suoi occhi sono sempre restati ben aperti sul mondo, perché ciò che è successo non venga dimenticato e non si ripeta. E così ha deciso di far sentire la propria voce, di dare il proprio volto per questa missione di difesa e riscatto della sua comunità, in un'infaticabile attività di sensibilizzazione. Trasformando la paura in coraggio, la schiavitù in ribellione, la fuga in opportunità, Nadia Murad incarna il cambiamento e con la sua testimonianza di vita ci insegna la dignità di non chiudere gli occhi e di combattere per i propri valori".

Anche per questa diciottesima edizione si è voluto coinvolgere attivamente il pubblico: dal 17 ottobre a questa sera alle 18 è stato possibile votare via web la propria finalista preferita per l'attribuzione del "Premio popolarità", del valore di 15 mila euro. A vincerlo con il 67 per cento di preferenze è stata l'ivoriana Affoue Ahoutoue Brigitte Yoboue, emersa dalla povertà in cui il marito l'aveva abbandonata con i figli, creando impresa femminile, scuole e ospedali nei villaggi ai margini della savana.

La terza finalista, cui sono andati 5 mila euro, è stata la brasiliana Regina Tchelly De Araujo Freitas, scappata dalla fame e adesso in grado di dare da mangiare a tutta la favela con una cucina alternativa che ricicla i rifiuti alimentari.

Nel corso della serata, il Soroptimist international Club Valle d'Aosta ha consegnato inoltre un riconoscimento di 2.500 euro a Eliana Levy per i suoi progetti finalizzati all'alleviamento della malnutrizione e più in generale al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni del Benin.

 

C.R.

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