Aumenta l'attività del Difensore civico della Valle d'Aosta: 826 i casi nel 2016

Aumenta l'attività del Difensore civico della Valle d'Aosta: 826 i casi nel 2016

 

Come Garante dei diritti dei detenuti trattati 346 casi. "Grave l'assenza di un direttore del carcere"

AOSTA. L'attività dell'Ufficio del difensore civico della Valle d'Aosta è in costante aumento. Lo scorso anno l'Ufficio si è occupato di 826 casi: rispetto al 2015 le nuove controversie sono incrementate del 26% mentre rispetto al 2012 l'aumento è del 180%. I casi definiti entro l'anno sono 777.

Il difensore civoco Enrico Formento Dojot ha presentato i dati oggi in conferenza stampa. «L'incremento del numero complessivo dei casi trattati - ha spiegato - quest'anno riguarda in particolare il settore dell'ordinamento (306 casi), a carattere trasversale, nell'ambito del quale si ricomprendono i tributi, fra i quali quelli locali, la circolazione stradale e i servizi pubblici, seguito da quello dell'organizzazione (99 casi), con particolare riguardo al rapporto di lavoro alle dipendenze dell'Ente pubblico, nonché da quello dell'assetto del territorio (79 casi) che ricomprende tra l'altro l'edilizia, l'urbanistica, le opere pubbliche e le espropriazioni. Anche il settore dell'assistenza sociale ha registrato un incremento - ha aggiunto -, passando dai 110 casi del 2015 ai 136 del 2016: trattasi di casi principalmente per politiche sociali, emergenza abitativa pubblica, nonché per previdenza e assistenza».

Del totale dei casi, la maggior parte riguarda gli Enti locali convenzionati (273 controversie tra Comuni e Unités); la Regione (173) e le amministrazioni periferiche dello Stato (125).

Il Difensore civico svolge anche la funzione di Garante dei diritti dei detenuti. Sempre guardando al 2016, i casi trattati sono stati 346 di cui 334 definiti entro l'anno. «Si tratta - ha detto Formento Dojot - di casi strettamente connessi alla condizione di restrizione della libertà personale, quindi attinenti sostanzialmente al rapporto con il carcere».

Rispetto agli anni passati la vivibilità del carcere di Brissogne è migliorata almeno dal punto di vista del sovraffollamento. A fronte infatti di una capienza regolamentare di 181 detenuti, la popolazione carceraria a fine 2016 era di 145 unità (101 stranieri e 44 italiani). Esistono tuttavia aspetti critici che il Garante dei detenuti ha ricordato: «restano da affrontare questioni come qualità dell’igiene personale e delle celle, una maggiore apertura delle medesime e delle sezioni, il lavoro interno ed esterno al carcere, i servizi sanitari. A queste problematiche - ha continuato il Garante - si aggiunge l’assenza di un direttore titolare presso l'Istituto di Brissogne, assenza che viene colmata attraverso dirigenti di altri Istituti. Si tratta di una carenza grave per i ristretti, per il personale e per lo stesso Garante, che incontra ovvie difficoltà ad interfacciarsi in ordine ai problemi da risolvere».

 

Marco Camilli

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