Indagate 23 persone nell'Usl tra le quali Flavio Peinett:i: avrebbe iniziato la carriera di dirigente medico dichiarando un attestato che in realtà non aveva

Ci sono anche i vertici della sanità valdostana tra i numerosi indagati dalla Procura della Corte dei Conti di Aosta per gli effetti di un bando di selezione pubblicato nel 2008 dall'Usl e vinto da Flavio Peinetti, oggi dirigente medico e di recente nominato coordinatore nell'Istituto Superiore di Sanità.
A poco meno di un anno dalla presentazione di una circostanziata denuncia, ventitré persone sono state invitate a presentare deduzioni. Tra loro, assieme a Peinetti, anche l'attuale direttore generale dell'Azienda Usl Massimo Uberti, l'ex direttrice Stefania Riccardi, vari direttori sanitari e amministrativi dell'Usl che si sono succeduti nel corso degli anni e poi diversi responsabili ed esaminatori.
Secondo la ricostruzione al vaglio della del procuratore contabile Quirino Lorelli, nel partecipare al concorso del 2008 (con altri sette candidati) Peinetti dichiarò di essere un possesso di un attestato manageriale, richiesto dal concorso, che in realtà non aveva. Vincendo la selezione Peinetti divenne primario, iniziando la sua carriera da dirigente medico. Carriera che sarebbe basata dunque su presupposti irregolari e che, secondo la procura contabile, avrebbe originato un danno erariale di poco superiore ai 2 milioni di euro in stipendi percepiti. O, in subordine, di 765mila euro in differenza stipendi.
Il procuratore sospetta «gravissime omissioni, reiterate volontariamente negli anni» nel (non) compiere accertamenti sui titoli effettivamente in possesso di Peinetti. Per questo motivo l'indagine riguarda anche un lungo elenco di responsabili, componenti di collegi tecnici, componenti di commissioni che nel corso del tempo hanno affidato o valutato l'attuale dirigente medico nell'affidamento di ulteriori incarichi senza che il problema dell'attestato mancante fosse affrontato. Nemmeno quando, nell'estate 2025, l'attuale direttore generale Uberti volle approfondire la questione. Secondo il procuratore Lorelli «del tutto volutamente e intenzionalmente i componenti della commissione prima e il direttore generale dopo» avrebbero «inteso favorire Peinetti, consapevoli della mancanza dell'attestato necessario» a fronte di un «illecito penalmente rilevante» che doveva portare «inequivocabilmente» al licenziamento.
Marco Camilli


