L'avvocato algerino è stato arrestato al Gran San Bernardo dalla polizia italiana
AOSTA. La Corte di Appello di Torino potrebbe esprimersi già la prossima settimana sull'arresto di Rachid Mesli, l'avvocato algerino fermato alla frontiera italo-svizzera del Traforo del Monte Bianco per un mandato di cattura internazionale.
Secondo Amnesty international Mesli, già incarcerato in Algeria nel 1996 perché difendeva imputati sospettati di terrorismo, in caso di estradizione "rischia di subire altre persecuzioni".
«Siamo intervenuti presso la procura di Aosta, perchè Rachid è detenuto lì, e la procuratrice ci ha dato conferma di aver trasmesso la nostra email nella documentazione che ha inviato alla Corte d'Appello di Torino, che ha competenza sul caso - ha spiegato ad un blog del Corriere della Sera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty -. Ci metteremo in contatto anche con la Corte d'Appello di Torino per informare su chi è l'avvocato e sottolineare quali rischi potrebbe correre nel caso venisse accolta la richiesta di estradizione in Algeria».
«Il rischio - sottolinea Nouri ancora al Corsera - è che un giudice possa prendere decisioni con conseguenze disastrose per Rachid. Ma abbiamo fiducia nel fatto che la valutazione di questo caso sia basata soprattutto sui diritti umani».
Mesli è stato arrestato lo scorso 19 agosto mentre entrava in Italia dalla Svizzera, insieme alla moglie e al figlio minorenne, per trascorrere una vacanza in Valle d'Aosta.
Marco Camilli