Casinò, nella nuova proposta di concordato slitta il rientro dai debiti

Il 9 marzo i creditori si esprimeranno sul nuovo piano su cui pesa l'incognita Coivd-19

 

Casinò di Saint-Vincent

SAINT-VINCENT. Il Casinò di Saint-Vincent chiede un anno di tempo in più per rientrare dai debiti. Nella relazione sulla nuova procedura di concordato preventivo il commissario giudiziale della Casinò de la Vallée Spa ritiene che, visto il momento storico, soltanto un piano con "un periodo temporale più ampio, possa garantire ai creditori un maggiore e migliore soddisfacimento; senza per questo impedire che, nel caso in cui la ripresa consenta flussi straordinari, gli stessi creditori possano essere pagati antecedentemente alle scadenze previste dal piano".

Pagamento debiti entro il 2023

La proposta della società che prevede il pagamento integrale dei crediti prededucibili, il pagamento integrale dei creditori privilegiati e "un soddisfacimento in misura, almeno, pari all'80%, per i creditori chirografari", in "un orizzonte temporale, strettamente connesso al completamento del piano industriale di prosecuzione dell'attività, con durata sino al 2023". I creditori si esprimeranno il prossimo 9 marzo.

Incognita Covid

Il problema principale rimane l'emergenza sanitaria. Il Casinò è chiuso da mesi e opera solo con l'on line. "L'ipotesi che il piano si concluda nel 2023 avrebbe potuto avere un suo fondamento laddove nel corso dell'anno 2021 si fosse definitivamente superata, in tempi molto celeri, la problematica Covid", scrive Pagliero nella relazione. Tuttavia, riconosce il commissario, "di fatto così non è; e neppure vi sono ipotesi concrete circa l'effettiva copertura di tutta la popolazione a livello di vaccini (nel corso dello stesso 2021). Quindi il piano, proposto" dalla Casinò Spa "si articola su tre anni di cui uno, il 2021, assolutamente incerto e privo di ogni concreta aspettativa".

La politica preme per la riapertura

Reagendo alla relazione del commissario giudiziale l'assessore regionale alle parteicipate, Luciano Caveri, e il presidente della IV Commissione, Giulio Grosjacques, dicono: "Ogni allarmismo, alla luce anche di una recente audizione in Commissione, risulta ingiustificato e strumentale. Diversa è la prudenza che bisogna sempre avere in questo periodo di incertezze".

"Sappiamo bene quanto sia delicata la situazione della Casa da gioco, anche per le ulteriori difficoltà dovute alla lunga chiusura", dicono guardando alle decisioni che prenderà Roma. "Abbiamo coscienza della situazione sanitaria - aggiungono Caveri e Grosjacques -, ma riteniamo che debba essere percorsa la strada, come per altre imprese nel settore turistico, di una riapertura appena possibile, viste le misure di sicurezza già predisposte e che questo debba avvenire ovviamente senza che si mantenga la chiusura dei confini regionali. Intanto, ci vuole chiarezza per i ristori necessari per un'attività economica penalizzata ormai da tempo e che resta, conti alla mano e tenendo conto dei posti di lavoro, significativa per la Valle d'Aosta".

 

Marco Camilli

 

 

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