Conferenza ad Aymavilles sul "quadrato magico" di Sant'Orso
AYMAVILLES. Nella sala della Biblioteca di Aymavilles ha avuto luogo lo scorso 23 marzo uno degli incontri in calendario per l'iniziativa “Le conferenze del Venerdi", organizzata in collaborazione con Pays d'Aoste.
I relatori, Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti, hanno raccontato la Valle d'Aosta del sedicesimo secolo attraverso i momenti più cruciali che hanno fatto di questo piccolo territorio una regione salda negli accordi e neutrale durante gli anni della guerra tra Impero Sabaudo e Francia. La storia di una regione diventata stato grazie al Conseil des Commis, istituito nel 1536, con il quale in breve promulgherà leggi, conierà moneta e soprattutto riunirà un vero e proprio esercito a difesa del territorio e della propria neutralità.
Un interessante viaggio tra storia, aneddoti e personaggi che hanno fatto di quel periodo l'identità di una regione che non si è arresa fino ad arrivare al famoso "quadrato magico" del coro della Collegiale di Sant'Orso di Aosta, mosaico rinvenuto nel 1999.
Molte sono le interpretazioni sull'origine della simbologia e delle parole presenti nel mosaico, tra richiami religiosi ed esoterici, e sulla scritta che più di tutti ha suscitato ipotesi e conclusioni: Rotas Opera Tenet Arepo Sator. Le parole sono disposte da destra verso sinistra, in senso orario, affinchè la frase possa leggersi specularmente. Il verso non è solo palindromo: se fosse scritto in forma quadrata, lo sarebbe anche dal basso verso l'alto e viceversa.
Non esiste una traduzione certa, ma una delle più accreditate della scritta circolare sul mosaico è: "Il seminatore con il carro tiene con cura le ruote".
Il ritrovamento ha avuto molto eco, tanto che tutti i testi sui quadrati magici ne trattano, vista anche la rarità della "circolarità" del Sator (Iscrizione latina ricorrente in forma di quadrato magico n.d.r.). La ciclicità permette, oltre alla lettura in ogni verso, anche la ripetizione all'infinito della frase.
Stesso dicasi per la figura centrale, di un uomo che affronta un leone a mani nude, che annovera tra le ipotesi quelle di figure bibliche (Sansone e Davide appunto) e di quelle mitologiche (Ercole e Giasone).
Sono ancora tanti i "misteri" attorno all'opera. Iniziative come la conferenza di venerdì scorso vogliono contribuire a stimolare anche futuri approfondimenti. Con la certezza che il gioiello del tesoro ursino possa essere un richiamo turistico e culturale, assieme ai tanti reperti di immenso valore storico che la nostra regione offre.
Adriana Guzzi