Un pubblico eterogeneo ha dato il benvenuto alla manifestazione che animerà Aosta fino al 15 agosto
Giocaosta porta fortuna, è ufficiale. La sua tredicesima edizione, inaugurata ieri alle 18, ha riempito Aosta di tavoli, magliette gialle, giochi per tutti i gusti e sorrisi. Dal Teatro Romano a Piazza Chanoux e poi ancora verso Piazza Narbonne e il Parco Lussu centinaia di persone scelgono il gioco come aperitivo e i dehors stracolmi osservano incuriositi. Si presenta la Belote al grandissimo numero di giocatori che hanno raggiunto Aosta per l’occasione e, tra Splendor, Escape room, giochi di ruolo e investigativi, si trova la finale nazionale di Perudo. Ma questa è solo la prima casella raggiunta dal fitto programma ideato da Aosta Iacta Est con il sostegno della Regione, del Comune di Aosta e della Fondazione CRT. Un'avventura realizzata poi grazie a un team di trecento volontari e che proseguirà, tra intuizioni e colpi di scena, fino alle 18 di domenica 15 agosto.
«Il gioco è un pezzo importante della vita e non bisogna dimenticarsi di quanto il gioco possa essere uno strumento di scoperta» - dichiara Davide Jaccod, vicepresidente di Aosta Iacta Est - «Mettersi in gioco consente di andare oltre il proprio sé e darsi la possibilità di essere sconfitti, ma di farlo all’interno di un insieme di regole condiviso. Con GiocAosta vogliamo recuperare la socialità insita nel gioco, ritrovandoci in sicurezza, con dei limiti che vorremmo non avere ma che rispettiamo per poterci dimenticare di queste regole un giorno».
La manifestazione infatti sensibilizza a una responsabilità condivisa e rimane accessibile a tutti nella gran parte della sua proposta, vincolando solo alcune zone al Green Pass. «Stiamo pensando solo a giocare, le misure per sentirsi in sicurezza ci sono tutte e siamo davvero tranquilli», racconta Nicholas, trentenne di Varese che con i suoi amici è solito non perdersi gli eventi dedicati al gioco da tavolo. Loro il Green Pass lo hanno ma sedute ai tavoli ci sono anche molte persone prive della carta verde: «Non ce l’ho e vengo a giocare lo stesso» afferma la cinquantenne Anna. E forse questo è un valore aggiunto per GiocAosta: contribuire al dialogo costruttivo tra le nuove categorie di diversità imposte dalla pandemia, oltre a nutrirsi di un pubblico più eterogeneo che mai. «Sono venuta per stare in compagnia, è la cosa più bella del gioco» racconta l’undicenne Chiara e pochi tavoli più in là Elena, 47 anni, rivela: «sono una maestra e trovo il gioco indispensabile, in tutte le fasi della vita».
A chi crede ancora che il giocare sia un’attività puramente infantile risponde il presidente di Aosta Iacta Est, Joël Gerbore: «Fate un salto in piazza e vi ricrederete. Ci sono giochi astratti della durata di cinque minuti che sono perfetti per ricominciare».
Su giocaosta.it l'intero programma (link)
V.P.
(foto Diego Zambon)