Il coordinatore Castelli: è nostro obiettivo per il futuro aumentare la percentuale di copertura degli esami
I valdostani confermano la loro alta sensibilità verso il tema della prevenzione dei tumori. La popolazione regionale è tra quelle che aderiscono maggiormente agli screening per individuare il più precocemente possibile eventuali masse anomale.
Secondo i dati relativi al 2024 diffusi dall'Osservatorio Nazionale Screening e rilanciati dall'Usl della Valle d'Aosta, i controlli per il tumore del colon-retto hanno un'adesione del 66,4% che è quasi il doppio della media italiana (con una copertura degli inviti del 69,7% della popolazione target). Per lo screening alla cervice uterina la partecipazione è del 51,2% (la media nazionale si ferma al 42%). Infine il dato sui controlli mammografici: l'adesione delle valdostane è all'86,5%, quasi il doppio rispetto all'anno precedente, ma in questo caso l'Usl precisa che il risultato "non è confrontabile con quello delle altre regioni per motivi statistici (un dato analogo, comunque, era già presente in passato)".
«I dati sono buoni, e sono frutto dell’impegno di tutti gli operatori sanitari (e non) coinvolti nelle attività di screening, del coordinamento amministrativo, della collaborazione costante e capillare sul territorio, e, nel caso dello screening del colon-retto, dei volontari della LILT, e delle Farmacie», dice il direttore del Dipartimento di prevenzione e coordinatore degli screening oncologici, Maurizio Castelli.
«Il nostro obiettivo per il futuro – prosegue - è l’aumento della percentuale di copertura degli esami atti a garantire la diagnosi precoce e la cura tempestiva delle principali patologie tumorali oggetto di screening. Stiamo lavorando su diversi fronti: da un lato cercando di motivare le persone a partecipare alle campagne di screening, dall’altro rendendo i servizi sempre più efficienti e accessibili. Alcune azioni già introdotte (o in via di definizione) vanno in questa direzione: la nuova modalità di postalizzazione degli inviti, moderna ed interattiva, la gestione delle informazioni sugli screening oncologici nell’ambito del FSE 2.0, l’attivazione di campagne di sensibilizzazione della popolazione, l’acquisizione di nuove attrezzature diagnostiche, moderne e performanti».
Elena Giovinazzo