La prevenzione secondo lo spazzacamino Laurent Jocallaz
Diversi episodi di incendio alla canna fumaria sono già stati registrati sul nostro territorio a partire da gennaio 2022. Che la causa sia la mancanza di manutenzione, l'inadeguatezza tecnica della stufa o la decisione di bruciare materiali non convenzionali, alla base spesso c'è una questione di scarsa consapevolezza del rischio da parte del cittadino. Un rischio da non sottovalutare che è per noi analizzato da Laurent Jocallaz, Il riccio spazzacamino di Saint-Pierre, con consigli fondamentali per chiunque scelga o abbia scelto per la propria casa il calore della stufa.
Laurent, nel solo mese di gennaio abbiamo registrato già diversi episodi di incendio alla canna fumaria. Quali sono i principali fattori scatenanti?
«Innanzitutto a gennaio fa più freddo e la canna fumaria tende a sporcarsi di più, facendo condensa e creando quel caratteristico catrame che è un insieme di composti di carbonio incombusti e quindi non bruciati. Questo rende le pareti del camino più infiammabili. Ci sono camini che per questo necessiterebbero almeno di una seconda pulizia a metà stagione invernale. In secondo luogo potrebbe essere la conseguenza di un utilizzo inesperto. Ci sono persone che, di fronte a un camino che non tira, aprono la porta del camino per aumentare il tiraggio ma questo fa aumentare le fiamme, che finiscono anche nel camino con il pericolo di incendiare il catrame. Quando un camino non tira è meglio farlo spegnere e chiamare uno spazzacamino».
Che cosa si può fare per prevenire questo incidente?
«È importante usare legna buona, perché c’è legna che sporca dieci volte di più di altra. Per esempio da noi c’è chi usa il pino silvestre che è molto resinoso: a causa di questo legname ho visto camini tapparsi in soli venti giorni. Ecco, il pino silvestre va bene solo per le grigliate. La legna da usare è quella da latifoglia, come quella da faggio, carpino e quercia, o la legna di alberi da frutto. Inoltre va sottolineato che oggi le stufe hanno rendimenti molto più alti rispetto a una volta: il caldo rimane in casa e i fumi che arrivano nel camino sono già freddi e quindi si attaccano ancora con più facilità. Ciò che è importante quando si sceglie una stufa moderna è cambiare anche il camino: deve essere fatto bene, in acciaio, e ben coibentato in modo che rimanga caldo».
Con che frequenza va pulito il camino?
«Dipende, con la stufa a legna una volta all’anno è doveroso, ma la logica più corretta sarebbe quella di valutare i quintali di legna utilizzati: ci sono famiglie che si scaldano solo con la stufa e altre che la accendono solo ogni tanto. Ovviamente questo incide sulle tempistiche di pulizia che su un camino normale dovrebbe essere fatta ogni venticinque quintali di legna».
Quanto costa all’incirca la pulizia?
«I prezzi variano a seconda dello spazzacamino, ma in media si sta tra gli 80 e i 90 euro. L’operazione di pulizia è solitamente veloce, soprattutto se lo spazzacamino è dotato di sonda e trapani: in soli venticinque minuti si riesce a fare un buon lavoro se il camino è fatto regolarmente. Ci sono però dei casi in cui si trovano delle curve e quindi ci vuole un po’ di tempo in più».
Del suo mestiere, così antico, si dice da anni che sia in via d’estinzione. È davvero così?
«Diciamo che di spazzacamini ce ne dovrebbero essere di più. A settembre e ottobre vogliono tutti farsi pulire il camino e riceviamo anche ventitré chiamate al giorno. Siamo in dieci spazzacamini in tutta la Valle d'Aosta e all’arrivo del freddo esplode sempre tutta la richiesta. Bisognerebbe educare la gente a fare queste pulizie quando si spengono le stufe ad aprile maggio, così si avrebbe il tempo per fare le cose con calma e meglio».
Veronica Pederzolli