La cerimonia nell'ex carcere della Torre dei Balivi di Aosta
Un ex carcere ha ospitato la cerimonia organizzata ad Aosta per il 205° anniversario della fondazione del Corpo di polizia penitenziaria. Alla Torre dei Balivi, struttura detentiva operativa fino al 1984, il provveditore di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Rita Monica Russo ha preso la parola per fare il punto della difficile situazione.
Nominata un anno fa, Russo ha avuto modo di conoscere le molte difficoltà del distretto che «non sono di poco conto», ha detto. Si lavora in condizioni di «disagio» e con organico scarso per quanto riguarda dirigenti e ispettori. «Ci saranno assunzioni e concorsi interni in tutto il distretto», ha annunciato Russo.
Al vice segretario dell'Organizzazione autonoma della polizia penitenziaria Carmelo Passafiume il compito di sintetizzare lo stato d'animo della polizia penitenziaria. «È vergognoso - ha detto - che da quasi sette anni un istituto sia lasciato senza la presenza di un direttore fisso». Malgrado l'occasione celebrativa, secondo Passafiume in realtà «non c'è nulla da festeggiare».
L'istituto senza direttore fisso è chiaramente la casa circondariale di Brissogne, struttura che lo scorso anno ha visto l'ingresso di 190 detenuti a fronte dei 216 usciti. Sul ruolo del carcere il sostituto commissario della polizia penitenziaria Agrippino Renda ha tracciato una linea tra passato e presente. «Il fatto che già nel 1600 il carcere di Aosta fosse all'interno delle mura della città ci ricorda che il carcere fa parte della società». Secondo Renda «non deve mai mancare la necessaria partecipazione della comunità esterna, oggi rappresentata dalle associazioni di volontariato e dal mondo del terzo settore».
Marco Camilli