Sulla pelle dei più poveri. La Regione 'blocca' e riduce il Bonus Social a chi non ha pagato il bollo auto durante la pandemia. Quando l'applicazione ottusa del diritto aggrava le disuguaglianze
La classica vergogna all'italiana anzi alla valdostana è servita! Giusto in tempo per il pranzo di Natale che per qualcuno sarà più gramo che mai, perché dovrà farlo al freddo senza possibilità di riscaldarsi. Infatti, molte persone che hanno presentato la domanda per ottenere il Bonus Social Vda - stiamo parlando di gente beneficiaria dei contributi per il caro-energia fino a 1.500 euro proprio in quanto lo stato di povertà si è ingigantito prima per la Pandemia e poi a causa della guerra che ha portato all'abnorme aumento del prezzo dell’energia - si vedranno negato l'aiuto proprio sotto Natale poiché la struttura dell'Assessorato alle Finanze ha chiesto a quella dello Sviluppo Economico, che cura l’erogazione del bonus, la compensazione del debito tributario per mancato versamento delle tasse automobilistiche dovute per l’anno 2020.
Ritardi nell'erogazione del Bonus Social VdA
È chiaro che i tributi vanno pagati così come è altrettanto chiaro che l'indennizzo è stato voluto dal governo regionale per aiutare le famiglie alle prese con il caro-energia e non certo per risolvere i problemi delle diverse strutture regionali. L'invio di centinaia di lettere da struttura (Finanze) a struttura (Sviluppo economico) per compensare l'indennizzo con il bollo auto sta creando anche ritardi nell'erogazione dei contributi a chi non ha particolari problematiche. La colpa non è degli algoritmi, come millantato da qualcuno, bensì della solita burocrazia.
Il problema è collegato ai calcoli che gli uffici regionali devono compiere per stabilire l'entità della somma a cui ha diritto ognuno degli 8.342 valdostani che hanno inviato la richiesta del contributo regionale. L'importo concesso infatti varia in base a diversi fattori come Isee, numero di componenti del nucleo familiare, eventuale presenza di persone con disabilità, fascia climatica del Comune e, non ultimo, numero totale di richieste presentate.
L'impignorabilità dei contributi
Perché sta avvenendo tutto questo e soprattutto, ci si domanda, è lecito il comportamento della Regione? Sarebbe stato possibile muoversi in modo diverso? Proviamo a rispondere. Non è la prima volta che accade un problema del genere. Nel caso di aiuti per la pandemia si era già verificato il pignoramento diretto da parte del fisco dei contributi a imprese e cittadini danneggiati dalle chiusure. L'ignavia regionale, che non aveva previsto l'impignorabilità del contributo, aveva determinato il finanziamento diretto del fisco con soldi pubblici. Insomma si era verificata una partita di giro contabile di soldi pubblici verso il fisco e tale fatto determina una macchia indelebile sul governo regionale.
Oggi il problema si ripropone ma “errare humanum est, perseverare autem diabolicum” che tradotto per il governo regionale letteralmente significa "commettere errori è umano, ma perseverare (nell'errore) è diabolico". Tutto nasce dal fatto che l'autonomia viene probabilmente intesa come svogliata autosufficienza senza volontà di coinvolgere il governo nazionale altrimenti una norma sull'impignorabilità del contributo avrebbe potuto essere negoziata. Pertanto un contributo quale il Bonus Energia nato con ottime finalità sociali finisce per danneggiare proprio i più bisognosi per un'ottusa applicazione del diritto che aggrava le disuguaglianze. La Regione, quindi, rifiuta il Bonus Social a chi non ha pagato il bollo durante la pandemia e risolve nel contempo i suoi problemi di incasso con soldi pubblici, ma tutto ciò avviene sulla pelle dei più poveri.
La responsabilità politica
La lettera inviata dalla struttura regionale con la quale si chiede la compensazione del debito relativo al bollo auto con il bonus sociale valdostano non tiene conto della finalità dichiarata nella legge cioè quella di attenuare il disagio sociale dovuto all'aumento dei costi del riscaldamento e dell’energia. I funzionari cercano di fare il loro dovere applicando la legge, ma in questo caso la responsabilità è prettamente politica per non aver previsto il problema e soprattutto per il successivo ed assordante silenzio del governo regionale nel non volerlo affrontare.
La Legge Regionale della Valle d'Aosta n. 21/2022 è infatti già chiara nella sua intitolazione: “Misure urgenti in materia di contenimento dei costi energetici delle famiglie e a favore degli investimenti delle imprese”. Tale legge non nasce per risolvere problemi di natura diversa, quali il recupero del bollo auto del 2020, periodo nel quale la gente non sapeva nemmeno se avrebbe potuto fare la spesa per mangiare a causa dei costi legati alla pandemia. L'art. 2 della Lr 21/2022 (rubricato come Contributi straordinari alle famiglie per il contenimento dell'incremento dei costi energetici) chiarisce che il contributo serve "per contrastare gli effetti negativi che gravano sulle famiglie per effetto del rincaro dei costi energetici". Il comma 5 del citato articolo 2 della LR 21/2022 dispone che "La Giunta regionale stabilisce, con propria deliberazione, ogni ulteriore requisito, aspetto, modalità e termini procedimentali per la concessione dei contributi di cui al presente articolo". Ebbene, è necessario che la Giunta regionale, in applicazione di tale comma stabilisca che i contributi non possono andare in una direzione diversa rispetto alla finalità dichiarata per legge. I funzionari addetti al recupero del bollo si fanno invece forti dell'applicazione dell’art. 44, comma 1 della legge regionale n. 30/2009 che ovviamente non possono ignorare. Tutto nasce quindi dall'applicazione dell’art. 44 comma 1 della legge di bilancio n. 30/2009 che nel prevedere la “Regolazione contabile tra debiti e crediti” recita: “Qualora la Regione abbia, nei confronti del medesimo soggetto, un credito avente ad oggetto una somma di denaro e un debito avente ad oggetto il pagamento di contributi o l'assegnazione, ad altro titolo, di somme di denaro, entrambi liquidi ed esigibili, può essere disposta la compensazione legale dei debiti, ai sensi degli articoli 1241 e seguenti del codice civile, con conseguente regolazione contabile del pagamento dovuto dalla Regione mediante emissione di un titolo di spesa commutabile in ordinativo di incasso”.
La legge dice che “può” non “deve” essere necessariamente disposta la compensazione legale dei debiti. Pertanto è bene la politica si assuma le proprie responsabilità e dichiari che nel caso di specie la questione bollo (che può essere pagato anche a rate) e la questione contributi, per il bonus sociale, seguano strade diverse erogando ai bisognosi e sotto Natale i contributi ai quali hanno diritto.
L'eguaglianza dei cittadini
Lo stesso riferimento all’art. 1241 e ss. del Codice Civile è riduttivo se non collegato all’art. 3 della Costituzione che impone alla Repubblica (e per derivazione al Governo della regione Valle d'Aosta) il “compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Ostacoli dovuti al caro energia di certo non voluto dai cittadini così come non è stata voluta la pandemia o la guerra in corso che ha determinato i rincari delle bollette. Infine, l’art. 1245 codice civile dispone i casi in cui la compensazione non si verifica tra i quali, per quanto interessa gli aventi diritto al Bonus sociale, vi sono al punto 3) il credito dichiarato impignorabile e al punto 5) il divieto stabilito dalla legge.
Concludo sostenendo la tesi che le soluzioni ci sono e basta solo il coraggio di trovarle senza nascondersi dietro un atteggiamento ignavo ovvero un comportamento privo di volontà e di forza morale, indolente e vile.
Avv. Orlando Navarra