Legge sulle trasfusioni, auditi in Commissione Mendola e Piccineli

Il Consiglio Valle discuterà la prossima settimana il ddl che aggiorna la legge del 2009

Conferenza stampa

Nella prossima seduta il Consiglio regionale della Valle d'Aosta discuterà, tra gli altri argomenti, anche la nuova disciplina regionale delle attività trasfusionali e della produzione di farmaci emoderivati. Il testo aggiorna la normativa in vigore e interviene anche sui contributi a favore dei donatori del sangue.

Il ddl ha ottenuto il parere favorevole unanime della Commissione Servizi sociali che, nell'ultima riunione di approfondimento, ha audito i rappresentanti delle associazioni Avis e Fidas e il comitato Fortitudo con il criminologo Umberto Mendola. Con questi ultimi si è parlato della possibilità, per chi ha ricevuto i vaccini anti Covid, di donare il sangue. Attualmente chi si sottopone alla vaccinazione antinfluenzale deve attendere tre giorni prima di donare il sangue: l'associazione ha proposto che siano introdotte delle precauzioni anche per l'anti Covid.

In audizione anche Umberto Mendola, criminologo, che ha scritto un libro sulla gestione dell'emergenza pandemica in Italia. «Il libro "Status criminale" nasce in collaborazione con quattro eccellenze professionali diverse e ha quindi all'interno quattro studi», ha spiegato in conferenza stampa con la presidente del comitato Grazia Piccineli e del consigliere regionale Diego Lucianaz. Il volume tratta di vaccini - con gli esiti di uno studio condotto dal biochimico Gabriele Segal che «è stato approvato dalla comunità scientifica internazionale» - ma anche degli aspetti gestionali della pandemia: l'uso e l'effettiva efficacia delle mascherine, l'utilità delle misure restrittive a partire dal lockdown e le conseguenze delle regole di isolamento soprattutto sui più giovani. Con un possibile collegamento con la formazione di baby gang.

«Molti psicologi hanno studiato gli effetti del lockdown su giovani e adolescenti e molti sostengono che abbia influito con danni psicologici: il troppo isolamento e la mancanza di socializzazione quotidiana danno seri problemi alla personalità dell'individuo. Quando traccio il profilo di un soggetto - ha precisato il criminologo - trovo differenze tra chi vive a stretto contatto con le persone e chi per motivi di lavoro sta interagisce meno con le persone e più con i pc e le macchine. Questa mancanza di socializzazione incide moltissimo sullo sviluppo comportamentale della persona». Inoltre, ha evidenziato parlando di baby gang, «queste violenze - ha spiegato Mendola - affiorano sempre di più nei giovanissimi perché dallo stretto ambito familiare i genitori non sanno dire "no" e tendono a lasciare i figli e a briglie sciolte».

 

 

Marco Camilli

 

 

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