Gian Maria Sertorio, torinese, è entrato in servizio ad Aosta il 1° marzo dopo tre anni trascorsi a Reggio Calabria
«Con grande entusiasmo ho accolto questo incarico». Gian Maria Sertorio, torinese, classe 1963, lo scorso 1° marzo ha iniziato il suo nuovo lavoro come Questore di Aosta. In questi primi giorni ha incontrato le istituzioni locali e le forze dell'ordine, riscontrando una «grossa apertura a collaborare su tutti i fronti».
Dal suo insediamento ad Aosta risultano sette arresti nei confronti di persone sospettate di traffico di stupefacenti al culmine di una indagine antidroga durata più di un anno. «Non si parla più solo di microspaccio: nell'arco degli anni è aumentata la "professionalità" del fenomeno», segnala il questore. Oltre allo spaccio di stupefacenti, la realtà valdostana, al pari di molte altre, convive con altri fenomeni come la violenza di genere, i cosiddetti "codici rossi", e i furti in appartamento, reati che influenzano più di altri la percezione di sicurezza dei cittadini. «È nostro dovere avere la massima attenzione», dice.
Allo stesso tempo, il Questore assicura «attenzione forte» sul fronte 'ndrangheta. Sertorio ha lavorato per tre anni a Reggio Calabria come vicario del Questore. «Lì sei avvolto dal fenomeno e lo si percepisce in modo differente. Qui la pervasività è chiara e in Valle d'Aosta la presenza (della 'ndrangheta, ndr) è un dato chiaro», dice ricordando recenti le sentenze scaturite da operazioni contro la criminalità di stampo 'ndranghetista compiute in Valle d'Aosta.
Controllo del territorio e prevenzione saranno due chiavi fondamentali del lavoro della Questura malgrado le carenze di organico, comuni a diverse altre realtà italiane. «C'è qualche problema, ma c'è anche attenzione da parte del Dipartimento» della Pubblica sicurezza, assicura.
Elena Giovinazzo