Incidenti in montagna, il direttore del SAV: c'è più attenzione e preparazione

Quasi 600 persone recuperate questa estate dal Soccorso Alpino Valdostano; 14 i decessi. Paolo Comune: trend in calo

Soccorso Alpino ValdostanoL'estate sta per giungere al termine e per il Soccorso Alpino Valdostano è tempo di fare un bilancio dell'attività svolta. Bilancio che, sotto certi aspetti, può essere considerato positivo.

Il numero di recuperi effettuati è leggermente inferiore rispetto a quello dell'estate 2024 e, in generale, escursionisti e alpinisti hanno mostrato maggiore preparazione e attenzione nell'approcciarsi alla montagna.

I dati dell'estate 2025

Qualche dato aiuta a inquadrare la situazione. Tra giugno e agosto il SAV ha soccorso poco meno di 600 persone (erano poco più di 600 lo scorso anno) di cui 489 ferite (498 lo scorso anno) e 78 illese (lo scorso anno erano 85).

Stabile il dato sui decessi: 14 nel periodo preso in esame, ai quali si aggiungono tre interventi per incidenti con esito mortale con aliante o parapendio, dunque non strettamente collegati all'attività in montagna.

Il commento del direttore Comune

Al direttore del SAV, Paolo Comune, il compito di tirare le somme. Il trend «risulta in calo rispetto all'anno scorso sebbene questa estate sia stata definita come "disastrosa". È una rilevazione che meriterebbe una più attenta analisi».

L'attività del SAV è rimasta sostanzialmente stabile, se non appunto in lieve diminuzione, nonostante una stagione estiva che ha portato molte persone in montagna per sfuggire dal caldo di città e fondovalle. 

Sui decessi in particolare, Comune invita alla prudenza nell'analisi. «Bisogna considerare in maniera critica questo dato perché il numero di incidenti con esito mortale è dovuto a fattori diversi, che devono essere presi tutti in considerazione». Non è cioè sempre colpa dell'impreparazione, perché in montagna possono verificarsi condizioni o situazioni non prevedibili anche per i più esperti.

Frequentatori più consapevoli

«C'è da dire - spiega ancora il direttore del SAV - che rispetto agli anni precedenti si registra una maggiore attenzione e soprattutto una maggiore preparazione, fisica e tecnica, dei frequentatori della montagna a tutti i livelli e stiamo notando anche, in generale, un migliore equipaggiamento». Un fattore da collegare anche alle campagne di comunicazione e informazione.

Le raccomandazioni comunque non sono mai abbastanza. La richiesta è sempre quella di «non improvvisare le escursioni e le ascensioni, affidandosi quando necessario alle guide alpine ed equipaggiandosi come si deve in base alla difficoltà, alla stazione, alle condizioni meteo e senza dimenticare di avvisare qualcuno sull'itinerario. L'intervento dell'elicottero è gratuito se ci si fa male ma il consiglio è quello di chiamare comunque, se ci si trova in difficoltà».

Chiedere aiuto

Comune aggiunge sugli interventi per persone illese: «in questi casi è richiesta una compartecipazione della spesa per l'impiego dell'elicottero, ma molto spesso ci si rende conto che non richiedere aiuto avrebbe potuto portare conseguenze anche gravi a causa, per esempio, della permanenza al freddo o sotto la pioggia o di notte, oppure alla decisione di muoversi anche se spossati o in difficoltà. Nessun soccorritore giudicherà mai l'inesperienza, l'errore, la fatica».

Una riflessione sugli hater

Un ultimo commento il direttore del Soccorso Alpino Valdostano lo riserva agli hater che pubblicano «commenti inaccettabili, pieni di rabbia e rancore» contro le persone soccorse o decedute che, secondo qualche commentatore social, "se la sono cercata".

«È importante uscire dall'assioma "incidente in montagna = scelleratezza", evidenzia il direttore del Soccorso Alpino Valdostano. «Nella maggior parte dei casi le persone soccorse sono preparate e adeguatamente attrezzate», ma comunque «dietro a ciascuna di queste tragedie ci sono persone con una storia, un nome, una famiglia. Sono figli, mariti, mogli, genitori, fratelli, amici. Sono persone che hanno lasciato un vuoto incolmabile nelle vite di chi li conosceva e amava».

«Se ognuno di noi pesasse questo, forse eviterebbe di scrivere commenti senza fondamento, senza sensibilità, senza compassione», dice Comune.

 


Marco Camilli

 

 

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